E’ proprio una bella occasione vederci per questo appuntamento! È proprio una bella occasione condividere la fede insieme! Siamo tutti pellegrini in questo momento, condividiamo la fede, non esiste il fedometro, il misuratore di fede: «tu hai tanta fede, io ho poca fede…»; ognuno ha la fede in questo momento ed il fatto di essere qua tutti insieme ci obbliga, per certi versi, a fare un passo in avanti, a non fermarci, a saper dire che posso fidarmi ancora un pochino, tornare a casa con le ragioni per cui vale la pena continuare a fidarsi, anche se a volte è difficile, anche se a volte ci sono tanti dubbi e tante domande.
Anche la Parola di Dio, in questo momento, ci viene incontro.
Prendo i primi versetti del Vangelo che abbiamo ascoltato: l’esperienza cristiana di tutti noi non è quella di imparare delle forme legate alla presenza di Gesù, non è solo imparare delle informazioni su chi fosse Gesù, o un sistema di valori che noi possiamo avere, ma tutti noi dobbiamo fidarci di Lui! Faccio un esempio molto pratico: conoscete il vostro vicino di casa? Sì, no, simpatico… ma la domanda è non solo se lo conosco, ma se mi fido a dargli le chiavi di casa? Un conto è conoscere, un conto è fidarsi. Certo, la fede presuppone la conoscenza, sicuramente. E allora il Signore vuole le chiavi di casa, vuole la fiducia, e anche noi, in questo momento, facciamo un atto di fiducia. Il Vangelo, in questi primi versetti, ci invita, per continuare questa fiducia col Signore, ad imparare a rimanere, imparare a stare, imparare a dimorare nella sua parola, cioè nella sua presenza.
Difficile, eh, rimanere nella sua parola….! Eppure, a livello affettivo, rimani in quella parola che ti è entrata dentro, perché quella parola ti dice un’identità, ti dice un legame, ti dice un collegamento, che a volte fa vivere e altre fa anche arrabbiare nel modo in cui facciamo le cose. Allora l’invito di oggi è proprio questo: «Rimani, rimani, stai nella mia parola, nella mia presenza. Abbi confidenza con la mia parola, a livello personale, come casa, come parrocchie, come comunità, come diocesi.. rimani nella parola, perché la parola è come un grembo, perché la parola è l’esperienza che ti dà vita. Ti lasci nutrire!
Tutti noi siamo arrivati da un grembo, e quel nutrimento ha dato senso e significato al modo in cui, poi, abbiamo vissuto ed abbiamo iniziato la nostra vita. La parola di Dio diventa un grembo che nutre come una mamma: ci nutre, ci fa crescere. E la prova di tutto questo è che la parola ci fa più liberi! Avere una parola di Dio che ci rende più schiavi non so se l’accoglieremmo nel verso giusto… ma la Sua parola ci rende liberi, ci dà una capacità di scelta maggiore. Tradotto: ci toglie le paure, perchè la paura non ci rende liberi. Ognuno di noi ha le sue paure, ma quand’è che tu, per certi versi, le vinci? Quando hai qualcuno confidente, che con le sue parole ti conforta, ti guarda, ti dà un orizzonte diverso. Ecco in che modo la parola di Dio vuole entrare nella nostra vita! Allora leggere, meditare e da questa esperienza con la parola, iniziare un cambiamento, è sapere che esiste una parola, non un’opinione, ma una parola che ci rende liberi e veri dentro, e nel modo con cui siamo veri diamo e diciamo anche la nostra vita, là dove siamo e come siamo. L’esperienza della libertà e l’esperienza con questa parola confidente alla fine ci rende più amanti, ci spinge più avanti nella nostra capacità di voler bene nelle cose che facciamo, perché se sei voluto bene hai anche la libertà per continuare a bypassare questo amore là dove sei e come sei. La paura, ripeto, è la prima nemica dell’amore.
Allora la verità c’è. La verità esiste. La verità, in questo rapporto con la parola, diventa un’esperienza, non è solo un qualcosa di intellettivo.
E ognuno di noi è chiamato a farsi parola vivente, grazie a questo legame con la parola di Dio, là dove siamo e come siamo, nei confronti di chi abbiamo accanto. E la parola di Dio ci coinvolge tutti! Quante storie ci sono, quante crisi, quante violenze, quanti desideri vengono raccontati nella parola di Dio, tanto che Gesù in altre situazioni dirà: «Fonda la tua vita sulla roccia; fonda la tua vita sulla parola,!» E non è perché Lui è buono, allora ascolto la Parola di Dio; in ogni situazione che viviamo abbiamo l’accortezza e la grandezza di un Dio che ci vuole parlare!
Certo che nella sofferenza ci chiudiamo di più è vero, ma il Signore continua a parlare, a dire! E allora non c’è situazione che possa dire che tu sei fuori dallo sguardo di Dio, non c’è parola che ti possa dare sostegno o non ti possa dare questo sostegno.
Che da questa giornata, da questa parola di Dio, da questo Vangelo, da questo incontro con il Signore, qui nel Giubileo, nel cammino, nel pellegrinaggio del Giubileo, possa partire e possa iniziare una decisione nei confronti, Signore, della tua parola.
Che questo momento di silenzio possa aprirsi in coscienza a quanto e come la parola di Dio sia accolta, ma soprattutto si dia una risposta a questa accoglienza.