Cappella del Seminario, sabato 7 giugno 2025

“Cura e accoglienza, come Maria”

Conferimento dell'Accolitato e del Lettorato nella festa di Maria Regina apostolorum, patrona del Seminario

“Spesso le cose più belle nascono dalle ferite”, ha osservato il vescovo Bernardino, celebrando – nella mattina di sabato 7 giugno, vigilia di Pentecoste – l’Eucaristia nella cappella del Seminario per la festa di Maria regina degli apostoli.

La Madonna diventa «regina degli apostoli» sotto la croce, ha ricordato il Vescovo, quando Gesù agonizzante le affida e la affida a Giovanni. E se è stato così per la Madre del Redentore, può essere anche la strada per noi. Lo ha detto, il presule, in particolare ai seminaristi Andrea Bussi e Zeno Bonato, ai quali ha conferito, rispettivamente, i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato. E ha fatto l’esempio della perla, “che
nasce da una ferita, che entra nel mollusco e che fa male, ma che piano piano diventa un gioiello”. È la lezione di Maria: “La sua maternità e la sua regalità nascono dalla croce di Gesù, dall’ora della prova e del buio più totale”, come per dire che “nel dolore Maria inizia una nuova maternità. Questo significa – ha proseguito – che in quella nuova situazione, da Giovanni in avanti, come noi abbiamo accolto l’esperienza
di essere discepoli, allo stesso modo abbiamo e facciamo esperienza che non siamo soli nel discepolato: abbiamo Maria! E questo cambia il nostro modo di essere Chiesa”.

Il Vescovo ha esortato la Chiesa di Grosseto “ad assomigliare a Maria”. Ecco perchè il Lettorato e l’Accolitato conferiti ad Andrea Bussi e Zeno Bonato “hanno un significato grande per tutta la Diocesi”, perchè “non sono solo doni per loro, ma per tutti attraverso i sacramenti, il vissuto di ognuno e i propri atteggiamenti”.

Poi, rivolto ad Andrea, il Vescovo ha riflettuto sul dono del Lettorato: «C’è una bellissima espressione di san Paolo, che in un momento di congedo dalla propria comunità, dice: “Non ti affido la Parola, ma ti affido alla Parola!”: cambia tutto l’orizzonte!». Per questo l’augurio
al seminarista perchè la Scrittura diventi «fondamento per le decisioni. Ascoltiamo tante voci ed è giusto ascoltare e ascoltare bene – ha chiosato – ma occorre anche l’ascolto della Parola, che si traduce in una domanda: cosa il Signore, attraverso di essa, ci sta indicando
nel cammino che siamo chiamati a fare a livello diocesano? Cosa la realtà mi/ci sta dicendo?”

Poi rivolto a Zeno, divenuto accolito, una domanda che è per tutti: «Come tratto la presenza di Gesù? A volte la presenza di Gesù nel suo corpo è la più dimenticata… Quanti tabernacoli dimenticati! Eppure è presenza di Gesù! Quanti passaggi in chiesa fatti distrattamente? Eppure c’è la presenza di Gesù!» Ed allora «il modo con cui trattiamo il nostro legame col Signore dà la modalità con cui lo viviamo umanamente nei nostri rapporti e legami».

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