Cattedrale di Grosseto, 17 febbraio 2024-I^ di Quaresima

“Vogliamo avere fame e sete di giustizia!”

L'omelia del Vescovo Giovanni nella Messa per la pace e la riconciliazione

Di nuovo bentrovati e benvenuti, fratelli e sorelle, nella chiesa cattedrale, stretti attorno all’unico altare, che ci rende fratelli nel Signore Gesù. E del Signore Gesù prendiamo l’invito che ci viene dal Vangelo di oggi e che ci accompagnerà per l’intera quaresima: credere al Vangelo.

Cosa vuol dire? Teniamo presente che la Bibbia si interpreta con la Bibbia e il Vangelo si interpreta col Vangelo; allora chiediamo a Gesù:
cosa vuol dire credere nel Vangelo? «Questa è la vita eterna – dirà il Signore durante l’ultima cena –: che conoscano Te, unico vero Dio, e colui che hai mandato». Credere al Vangelo, allora, significa credere in Gesù. Non significa semplicemente avere degli ideali umanitari, un’etica di vita di alto livello (tutte cose belle e apprezzabili), ma significa prima di tutto credere nella persona di Cristo; significa fare propria la confessione di Pietro: «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente». Che poi è anche la confessione di Marta, sorella di Lazzaro. Ed è molto bello e significativo che la confessione del primo degli apostoli e di questa donna sia la stessa: deve diventare quella di ciascuno di noi.

Ognuno di noi riuniti qui è in grado di ripetere questa professione di fede: credere in Cristo significa fidarsi di Lui.
Noi siamo qui per questo! E allora diciamoglielo: diciamoglielo nella nostra lingua; diciamoglielo nella nostra cultura; diciamoglielo nella nostra persona; diciamoglielo nella nostra storia: Signore Gesù noi ci fidiamo di Te e ti crediamo quando dici che sono i miti, non i violenti ad
ereditare la terra; che sono i pacifici ad essere considerati figli di Dio, non i guerrafondai, di qualunque colore siano; che sono coloro che hanno fame e sete di giustizia, che saranno saziati. Ce le hai dette tu queste cose e noi ci fidiamo che non ci hai presi in giro, che non ci hai dato da intendere una cosa per un’altra. E noi vogliamo avere fame e sete di giustizia! Anche tu sei stato tentato e puoi capire la nostra tentazione, quella che viene dal divisore, che ci mette gli uni contro gli altri, così ben delineata nell’enciclica Fratelli tutti, scritta e firmata prima che scoppiassero la guerra in Ucraina e poi la guerra in Terra Santa. Sono parole profetiche, che vogliamo rileggere insieme. Certamente, potrete dirmi, sì non c’erano quelle due guerre, ma quante altre ce n’erano in giro per il mondo già allora.., Non è un
caso che il Papa parli di terza guerra mondiale a pezzi…

Dice così la Fratelli tutti:
«Il modo migliore per dominar e avanzare senza limiti è seminare la mancanza di speranza e di suscitare sfiducia costante, benchè
mascherata con la difesa di alcuni valori. Oggi in molti paesi si adopera il meccanismo politico di esasperare, di esacerbare, di polarizzare Con varie modalità si nega ad altri il diritto di esistere e di pensare, e a tale scopo si ricorre alla strategia di ridicolizzarli, di insinuare sospetti su di loro, di accerchiarli. Non si accoglie la loro parte di verità, i loro valori, e in questo modo la società si impoverisce e si riduce alla prepotenza del più forte» (cfr F.T. n. 15)

Sono parole, ripeto, scritte prima delle guerre che ci tormentano e sono parole che, però, illuminano davvero il nostro cammino, soprattutto laddove il Papa dice: «Il modo migliore per dominare è seminare la mancanza di speranza», che è il modo per insinuare nelle persone l’idea che tanto è così, che è inutile sperare qualcosa di meglio… non resta che rassegnarsi e lasciare al tiranno di comandare.

Il primo che ha tolto la speranza dal cuore della gente è stata Satana. La parola diavolo vuol dire «colui che divide, che separa» e ogni  era tentazione si presenta sempre con un aspetto accattivante, giusto, ragionevole… Tocca alla nostra coscienza, illuminata dallo Spirito santo, individuare l’errore e l’inganno che essa contiene al suo interno. Mancare di speranza… vengono in mente le parole, ormai di oltre un secolo fa, di Benedetto XV durante la prima guerra mondiale, la famosa nota alle nazioni belligeranti del 1 agosto 1917, quando definì la guerra «l’inutile strage». Fu contestato, il Papa, per quella frase: poteva dire la sanguinosa guerra, la terribile guerra, la immane guerra…il Papa insistette per mantenere quell’aggettivo – inutile – perché non serve al nostro progresso. Cosa ci servirà aver ucciso tanti bambini da una parte e dall’altra? Portiamolo all’altare questo interrogativo e interroghiamo la nostra coscienza ad essere vigile, superando la tentazione di dire: io tanto non sono nessuno, io non conto nulle e quindi cosa posso fare…? No, possiamo fare eccome: educare noi stessi ed educare chi ci sta intorno e pregare. È quello per cui siamo qui.

Vorrei, allora, terminare con la preghiera scritta da Paolo VI tanti anni fa. La porteremo alla Madonna, al termine della Messa, fermandoci all’altare e chiedendo alla Regina della pace la sua presenza e la sua forza educatrice in noi.

«Saremo beati – scriveva Paolo VI – se sappiamo rinunciare alla potenza funesta dell’odio e della vendetta e abbiamo la sapienza di preferire al timore che incutono le armi la generosità e il perdono, l’accordo nella libertà e nel lavoro, la conquista della bontà e della pace.

Saremo beati se non faremo dell’egoismo il principio che dirige la nostra vita, ma sappiamo scoprire nella temperanza una fonte di energia, nel sacrificio il culmine della grandezza. Saremo beati se preferiamo essere oppressi che oppressori, avendo sempre fame di una giustizia che progredisce.

Saremo beati se per il regno di Dio sappiamo ora e sempre lottare, perdonare, agire, servire e amare. Non saremo confusi in eterno».

Le parole ritmate sulle beatitudini ci diano la forza di non disperare di noi stessi e di non disperare dei nostri figli. Ci diano la forza di guardare con fede e fiducia, con speranza, anche noi stessi, nell’interno del nostro cuore e del nostro spirito e avremo la forza di testimoniarla. Ve lo auguro fratelli e voi auguratelo a me.

+Giovanni

(da registrazione)

condividi su