"Quale senso ha dire che san Lorenzo è un valore identitario per Grosseto? Non è un’idea lui, né una leggenda: è un uomo giovane, maturo, capace di rendersi conto di ciò che ha attorno e sceglie di esserne parte attiva a livello sociale, civile e religioso"

San Lorenzo ’20: il messaggio del vescovo Rodolfo

Fin dal 2014, il vescovo Rodolfo ogni anno, nell’approssimarsi la Festa di San Lorenzo, patrono della città e della diocesi di Grosseto, rivolge un messaggio alla comunità tutta.

Ogni anno lo sguardo del Vescovo si è posato su una dimensione specifica della testimonianza di Lorenzo, diacono e martire. Quest’anno p. Rodolfo ha scelto di convergere l’attenzione di tutti sul tema dell’identità.

Ecco qui uno stralcio del messaggio. E’ possibile scaricare qui sotto la brochure e ritirarla, in formato cartaceo, nelle Parrocchie.

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Grosseto la sera del 9 di agosto aspettiamo tutti la processione di san Lorenzo. In cammino davanti a lui o a seguire la sua statua, sul carro tirato da due splendidi buoi maremmani, vi sono le autorità religiose e civili, mentre lungo le strade si accalca un numero incredibile di persone. Fede, folklore, tradizione. curiosità?… Dai bambini ai nonni, dai turisti ai maremmani-doc è una calca di persone, che ogni anno meraviglia e impressiona, intorno a un momento profondamente sacro per tutti.

MA QUEST’ANNO.. Causa Covid-19 quest’anno la processione non sarà fatta, e qualsiasi forma sostitutiva è parsa impraticabile. Il dispiacere accende il desiderio che l’anno prossimo possa svolgersi anche in modo più solenne! Resta però la festa di San Lorenzo (9 e 10 agosto)! La sua figura ha un valore identitario, che non può essere messo in sospeso nemmeno per le situazioni più difficili.

QUALE SENSO… Suggerisco qualche riflessione: talvolta le difficoltà servono a mettere in luce e approfondire elementi che diamo per scontati o di abitudine. Ad esempio: quale senso ha dire che san Lorenzo è un valore identitario per Grosseto? Non è un’idea lui, né una leggenda: è un uomo giovane, maturo, capace di rendersi conto di ciò che ha attorno e sceglie di esserne parte attiva a livello sociale, civile e religioso. Ha sentimenti di affetto filiale che lo resero disponibile a ciò che il suo vescovo (il Papa Sisto II) gli propose, nel curarsi dei poveri di Roma. Coloro a cui si dedicava e che erano ritenuti gli scarti della società, per lui furono tesori a cui dare il primato, con cuore di fratello. Messo sotto accusa per motivi pretestuosi e persecutori, affrontò le torture con la fierezza del giusto innocente. (….)

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