Il mio grazie e un saluto di pace e di affetto a tutti oggi, ma in modo particolare in questo momento a voi Mario, Gabriele, Alessandro che ci regalate l’occasione di trovarci insieme per una cosa così bella: il vostro diventare diaconi della Chiesa, di tutta la Chiesa! Il vostro diventare servi di tutti!
Un grazie alle vostre famiglie, alle parrocchie da cui siete partiti; grazie agli amici, che vi hanno accompagnato; grazie ai fedeli, anche di questa comunità bella di San Francesco in Grosseto e a tutti i frati, ai sacerdoti della Diocesi, ai giovani che vedo in tanto e a quanti gioiamo di questo momento. E’ infatti una grazia per tutti, un’occasione bella per tutti!
Viviamo questo momento davanti al Signore, che oggi sta dinanzi a noi come il Signore Gesù Re dell’Universo! Lui che si è fatto nostro fratello; Lui che per farci capire il valore della nostra vita si è fatto servo, si è messo al di sotto di ognuno di noi per portarci su e farci figli di Dio, Lui il diacono per eccellenza, Lui è il Signore, il Re e noi gli apparteniamo, noi siamo suoi.
Credo allora che stasera per tutti sia un dono e un’occasione.
Grazie però a voi tre e alla Parola di Dio di questa festa che celebriamo e che conclude l’anno liturgico. Il Signore ci aiuterà a scoprire qualcosa di questo dono.
Gesù è il Re, il Re che si fa servo. L’abbiamo sentito nella Prima Lettura: come un pastore per le sue pecore. E di persona le cerca, una per una! Di persona ci guarda insieme; di persona cerca buoni pascoli per noi; di persona ci vuol far trovare riposo; e di persona cerca anche chi è rimasto indietro e forse si è perso o si è stancato e ha detto <basta>, o ha cercato altrove il pascolo…
E’ un’immagine bella quella del buon pastore: è il modo in cui Egli si fa vicino, è il mondo in cui Egli cerca di conquistare il cuore di ognuno di noi. Lo è per noi stasera, ma lo è sempre!
Gesù è il Re che si è fatto diacono, servo totalmente del Padre fino a dare la sua vita, ma – la seconda lettura ce lo ha annunciato – così ha vinto ogni potere opposto a Dio; così ha vinto anche l’ultimo nemico, che è la morte immettendo nella storia una tale vitalità, un modo di essere che può trascinare tutti quelli che lo seguono a vivere quello che Lui vive e quello che Lui ci annuncia: il Padre tutto in tutti.
Noi, ognuno di noi, siamo dentro questa storia di Dio. Certo, ci siamo coi nostri limiti, le nostre difficoltà, le nostre ferite, perfino con le nostre sconfitte, ma gli apparteniamo, siamo di questo Re servo. C’è nella nostra vita questa sua realtà! Allora possiamo guardare a tutto, alla storia, alle cose, alle preoccupazioni, certi che tutto ha un senso, che tutto va verso questa meraviglia, tutto può contare sul fatto che ogni potere negativo è stato vinto da Cristo e che Dio è tutto in tutti, pienamente!
Questa è la linea che ci ha rivelato oggi il Vangelo di Matteo. Una linea che sorprende e meraviglia proprio perché la stanno vivendo, ma che per Gesù è come l’asse che fa entrare nel Regno dei Cieli.
Qual è questo asse? E’ la gratuità del donare. E’ la naturalezza semplice del fare il bene, senza farne sfoggio: un bicchier d’acqua dato a chi ha sete, un pasto caldo, un vestito, una visita…
<Ma quando mai Signore?>
<Ogni volta che siete stati così verso uno solo di questi piccoli che hanno bisogno. Ogni volta lo avete fatto a me>.
Il servire così, semplice e generoso diventa la via per essere con Lui nel suo regno.
Il servire così è la via per vivere pienamente il senso della vita, che passa attraverso il donarsi, il dare: da una piccola cosa, fino al dono di sé.
Cari Alessandro, Mario e Gabriele Maria oggi voi ci dite questo con tutti voi stessi. Nel vostro incontro di fede, nella vostra storia personale con Gesù vi siete lasciati prendere da questo suo modo di essere per il Padre e per gli altri e avete deciso di lanciare la vostra vita verso il tutto, verso di Lui, uomo diacono e re. Avete intuito nel vostro cammino e avete accettato nella vostra libertà questo modo totale e semplice di essere non più per voi stessi, ma per Lui e avete detto <sì, mi va bene, ci sto, voglio vivere così, vorrei…!>
Oggi la fraternità francescana toscana nella quale da tempo vivete e la Chiesa che io esprimo nel mio servizio di Vescovo gioisce, è in festa per questa vostra disponibilità e vi sceglie come diaconi.
Quando fr. Guido, vostro Provinciale, ha detto: <sì, sono pronti>, ho risposto: <Allora vi scelgo per la Chiesa come diaconi>. E’ un po’ come accadde negli Atti degli Apostoli, quando si crearono bisogni nuovi per la Chiesa. Oggi voi siete scelti come servi perché gli altri vivano di più, perché attraverso la vostra vita abbiano un po’ più di forza, un po’ più di respiro, di umanità, di fiducia e lo abbiano da persone che abbiano i sentimenti di Cristo nel donarvi.
Allora vi scelgo con serena sicurezza, rassicurato anche dalla vostra fede e dalla vostra esperienza di frati, perché siate ancor più che fratelli di tutti, servi di tutti e perché rendiate in ogni cosa il servizio più importante a cui ogni uomo ha diritto: essere amato come figlio di Dio, di essere illuminato in questo, essere aiutato a scoprire la sua Parola e a camminare verso di Lui.
Servire è annunciare: per questo siete scelti!
E’ bello poi gioire nel vedere quale partecipazione c’è attorno a voi in questo momento. E’ bello perché già questo servizio lo vivete, ma oggi c’è qualcosa di più: la Chiesa prega per voi, è grata e prega per voi. La Chiesa vi consacra, vi sigilla in questa realtà, la rende un segno visibile attraverso le vostre persone e vi vuol rassicurare.
Grazie a Dio di questo dono e grazie a voi di questa disponibilità!
Ho detto che è un’occasione per tutti, sì, perché tutti vedendo voi ci sentiamo chiamati a vivere con questo senso qualsiasi cosa già viviamo: essere vesvoco, essere sacerdote, frate, padre, madre, volontario, professionista… Vivere percependo questo filo d’oro che corre dentro il tessuto semplice del nostro quotidiano. Il filo del donarsi, il filo d’oro del servire, il filo d’oro che ci rende coscienti che questo è il modo di vivere con il quale Gesù ci ha comunicato la vita di Dio.
Vorrei dire che oggi è un’occasione soprattutto per i più giovani, e ce ne sono tanti oggi, che vi vogliono bene e sono qui. Voi giovani siete nel tempo della ricerca, delle scelte su cosa fare e di come dare un senso pieno, bello alla vostra vita, per quello che siete e per i doni che avete. Oggi forse riuscite a cogliere meglio questo senso, come una risposta , come un dono possibile, pieno, come una disponibilità per gli altri, per Dio, per la Chiesa. Oggi voi vedete che questo può essere una scelta totale di chi si lancia, non ha paura, si mette nelle mani di Dio per essere fra le sue mani, ma anche per essere le sue mani, le sue parole, la sua vicinanza come diaconi, come consacrati, come sacerdoti. E’ un’occasione bella oggi poter gioire con chi ha capito questo e lo fa, ma anche un’occasione per chiedersi… Sono domande importanti da farsi alla vostra età, perché ci aiutano a scoprire la bellezza del dono, la sicurezza che questo è il vero scopo della vita, la sicurezza che è la strada per quella misura infinita che è appartenere a Dio, Lui tutto in tutti, che per farci capire questo si è fatto servo e così ha realizzato il suo essere Re dell’universo.
Che la grazia che oggi in modo particolare Alessandro, Gabriele Maria e Mario vivono ci aiuti a percepire la grazia per noi, come domanda al nostro cuore.