Si tratta di un’espressione latina usata dalla Santa Sede per indicare l’unione di due o più Diocesi, con la quale si lasciano inalterate le strutture di ciascuna (Seminario, cattedrali, uffici di curia, organismi) ad eccezione del ministero episcopale, che è esercitato da un unico vescovo. Sarà, dunque, così anche per la Diocesi di Grosseto e per la Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, chiamate però a rafforzare percorsi di collaborazione pastorale in vista di un processo di piena unificazione, che prende le mosse dalla scelta compiuta oggi dal Santo Padre.
- Esperienze analoghe in Italia
Attualmente sono diverse le Diocesi italiane unite in persona episcopi. Le ultime, in ordine di tempo, in Italia, sono quelle di Pozzuoli e Ischia (maggio 2021); Teano-Calvi e Alife-Caiazzo (2021); Modena-Nonantola e Carpi (2020); Camerino-San Severino Marche e Fabriano-Matelica (2020); Nuoro e Lanusei (2020); Tivoli e sede suburbicaria di Palestrina (2019). Per quanto riguarda, poi, le due Diocesi maremmane, esse furono già unite in persona episcopi fra il 1924 e il 1932 con il vescovo Gustavo Matteoni, mentre nel 1970 mons. Primo Gasbarri fu nominato Amministratore apostolico sede plena di Grosseto e del Tratto toscano dell’Abbazia delle tre fontane (che comprendeva le parrocchie di Orbetello e Orbetello scalo, Porto Santo Stefano, Giglio porto e Giglio castello, Albinia, S.Donato, Polverosa, Torba-Giardino), nonché Amministratore apostolico sede vacante della Diocesi di Sovana-Pitigliano, mentre contestualmente mons. Adelmo Tacconi venne nominato Vescovo ausiliare e vicario generale per Sovana-Pitigliano.