Covid: morto don Antonio Anastasio, “Anas”, della fraternità san Carlo. Fu a Grosseto negli anni ’90 insieme a don Maffucci

A distanza di pochi mesi da don Antonio Maffucci, il covid si è portato via un altro sacerdote della Fraternità dei missionari di San Carlo Borromeo, che aveva lavorato nella diocesi di Grosseto: don Antonio Anastasio, per tutti “don Anas”.

Il decesso è avvenuto a Milano, in ospedale, dove don Antonio da mesi lottava per la vita. Al momento non sappiamo quando saranno celebrate le esequie.

“Pochi anni tra noi – commenta il vescovo Rodolfo – ma il suo lavoro è ancora ricordato, specialmente per quanto fece tra i giovani. Da tempo era stato colpito dal covid e nella sua lotta è stato accompagnato da tanta preghiera, anche da Grosseto, nella speranza di una guarigione, che purtroppo non c’è stata. Lo accolga il Signore e gli dia la sua Pace. Lo ricordiamo insieme a don Maffucci e ci facciamo vicini ai familiari e alla sua Fraternità”.

Don Anas aveva 59 anni.

Era nato a Milano, nel popolare quartiere Baggio, nel 1962. Arrivò a Grosseto “fresco” di ordinazione sacerdotale. Era infatti diventato prete ad aprile del ’92 e a giugno di quello stesso anno fu inviato in Maremma, assieme a don Maffucci. Alla fraternità San Carlo il vescovo Scola affidò la parrocchia di Pian d’Alma-Punta Ala dopo l’addio dei Cappuccini, mentre l’altro campo di impegno fu coi giovani. Don Anas iniziò l’insegnamento della religione al liceo scientifico “Marconi” di Grosseto e contribuì alla nascita di Gioventù studentesca. Nel ’95 lasciò la Maremma e fu inviato a Roma come vice rettore e poi rettore del Seminario della fraternità San Carlo. Tuttavia continuò a mantenere un legame con Grosseto grazie all’attività di insegnamento di filosofia in Seminario.

Successivamente è stato dieci anni a Madrid, nella parrocchia di Fuenlabrada. Attualmente era a Milano, dove nel 2013, per iniziativa del cardinale Scola e dei superiori della Fraternità, era stata aperta una casa presso la parrocchia di San Carlo alla Ca’ Granda a Niguarda. Don Anastasio era cappellano universitario alla Bovisa, nei due campus distaccati del Politecnico: Design e Ingegneria. Lì celebrava quotidianamente l’eucarestia per un gruppo di fedeli, il personale dell’università, i professori ma soprattutto gli studenti, che riceveva quotidianamente per la confessione o la direzione spirituale.

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