Molto legato alla Diocesi, con la famiglia preparò il pranzo per san Giovanni Paolo II in occasione della sua storia visita a Grosseto nel 1989

Don Cencioni ricorda l’imprenditore Mario Bianchi

“Con Mario Bianchi se ne va un imprenditore coraggioso, versatile e per certi versi visionario, che con la sua famiglia molto ha contribuito allo sviluppo della nostra città e della nostra terra. Personalmente perdo un carissimo amico e un uomo che ha voluto bene alla Chiesa”. Così don Franco Cencioni, proposto del Capitolo della Cattedrale, ricorda Mario Bianchi, deceduto questa mattina.

“Sono tanti i ricordi che mi legano a Mario, a Lucia e a tutta la loro famiglia – commenta don Franco – Al di là di quelli più personali, che custodisco dentro di me, credo sia doveroso ricordare i tanti momenti nei quali Mario e la sua famiglia si sono messi a servizio della nostra Chiesa. Quello certamente più memorabile resta il pranzo preparato e servito in Vescovado per san Giovanni Paolo II, in occasione della sua storica visita a Grosseto il 21 maggio 1989. Quella circostanza resta il momento più alto di una collaborazione costante, che Mario e la sua famiglia, hanno coltivato con la Diocesi da figli di questa Chiesa. E come non ricordare che proprio la cappella dedicata all’Annunciazione, all’interno della Fattoria La Principina, per anni è stata sede per l’azione liturgica e il culto della parrocchia di san Carlo Borromeo, a Principina Terra, prima della costruzione della chiesa parrocchiale? Le loro strutture ricettive sono sempre state aperte a molteplici iniziative diocesane e hanno accolto con liberalità le proposte della nostra Chiesa, spesso contrassegnate dalla presenza di Vescovi e Cardinali. I vescovi residenziali succedutisi dopo mons. Tacconi hanno apprezzato questa generosità. Per questa amicizia fraterna, per questa lunga e fruttuosa collaborazione ringraziamo Dio, custodendo nella memoria il bene generato – aggiunge don Cencioni – L’incontro in quell’eternità nella quale Mario ha creduto lo penso quanto mai bello nell’essere ricevuto da chi qui in terra ha servito a pranzo e oggi da santo lo troverà in Paradiso”, conclude il sacerdote.

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