Il prologo del Vangelo di Giovanni, con quella espressione che dice in poche pennellate verbali tutto il senso del Natale cristiano (“E il Verbo si fece carne”); il presepe di Venturino Venturi, con quelle figure un po’ “sgarrupate”, che ci dicono che “Natale è anche questo andare confuso verso di Lui. Insieme”.
Sono queste le coordinate del messaggio scritto dal vescovo Rodolfo alla Chiesa di Grosseto per questo Natale.
Un messaggio stampato in 10mila copie e distribuito nelle parrocchie, in alcuni luoghi di aggregazione culturale del capoluogo, nell’atrio del palazzo vescovile, perché chiunque possa prenderlo, leggerlo, meditarlo, confrontarsi con la “misura” alta, ma raggiungibile, che il Natale propone.
Il messaggio, come detto, ha due livelli.
Il primo è il collegamento diretto con la Parola: quei tre versetti del prologo di Giovanni, che il Vescovo definisce “essenziali, scarni, stagliati”: c’è il Verbo, la carne, i suoi che non lo accolgono, altri che diventano figli di Dio. E poi san Paolo, che nella lettera ai Galati parla di “pienezza del tempo”: “Dio – scrive il Vescovo – ha riempito di sé la storia: quel bimbo nato da donna ne è il segno concreto. Vitalità infinita in queste parole! Gli uomini – continua il presule – possono trarne il diritto di assumere la stessa ricchezza di quel bambino e chiamare Dio “babbo”, con la meraviglia della prima volta in cui riuscimmo a pronunciare questa parola o con l’emozione di quando, sempre per la prima volta, l’abbiamo sentita rivolta a noi”. Dio nostro padre, Gesù nostro fratello! E noi “suoi eredi, tutti – scrive ancora il Vescovo – Ogni persona che viene tra noi diventa cenno, è presenza di Lui!”.
Poi c’è il secondo livello del messaggio natalizio di quest’anno. Ed è una riflessione che il Vescovo offre contemplando il presepe dipinto da Venturino Venturi, che si può ammirare esposto nell’atrio del palazzo vescovile in corso Carducci (vedere articolo di spalla). “La capanna, due pali e una trave, la stalla… tutta strapazzata, le figure quasi lacere…e quel bambino nudo si staglia sicuro, in ginocchio davanti a chi va verso di lui”. E poi i pastori, il vecchietto col bastone, il nonno, la nonna coi nipotini per mano. “Natale – ripete mons. Cetoloni – è anche questo andare confuso verso di Lui. Insieme”.
Poi la contemplazione di Maria e Giuseppe, immaginandosi la trepidazione con cui avranno atteso Gesù, ma anche le traversie, la fuga, le difficoltà. Eppure tutto passa, tutto diventa pace dinanzi a quel Bambino, perché “il re della storia adesso è lui”.
Questo è il Natale che il Vescovo augura a tutti di vivere: un Natale fatto di contemplazione, di “gioia meravigliata”: “Non avere paura ad incontrarlo così, a ripensarti così – è l’esortazione per ognuno –: figlio ed erede!”
Il messaggio, come anche negli anni passati, è stato riadattato anche per i bambini in un’apposita lettera pensata solo per loro, con un formato a piccolo libriccino a otto facciate che, aprendosi una dietro l’altra, sono come la trama di parole e immagini attraverso le quali anche i più piccoli, con la loro immediatezza e fantasia, riescono a cogliere il dono di quel Bambino.
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