Nel 1621, a Batignano, moriva l'agostiniano scalzo dichiarato apostolo della Maremma. Un comitato per promuovere iniziative spirituali e culturali in suo onore

2021, la Diocesi indice l’Anno del venerabile p.Giovanni

Era il 14 agosto del 1621 quando padre Giovanni Nicolucci, conosciuto
come Giovanni da San Guglielmo (o “da Batignano”), lasciava
questa terra per ricongiungersi col Padre, dopo aver vissuto in eremitaggio in quella che una volta era la grandiosa Abbazia di Malavalle, distante cinque chilometri da Castiglione della Pescaia.
Qui – siamo alla fine del 1597 – padre Giovanni scelse di stabilirsi per soddisfare il suo desiderio di vivere nascosto e sfuggire alle lodi mondane.

Il venerabile muore a Batignano e lì, nella chiesa di San Martino, è custodito il suo corpo.

Quest’anno ricorrono i 400 anni dalla morte e la Diocesi – che già nel 2016, nel Giubileo della Misericordia, aveva scelto la figura del venerabile Giovanni Nicolucci come apostolo della misericordia – intende celebrare l’anniversario, così da rimettere al centro della riflessione comunitaria questa figura di uomo di preghiera, apostolo della Maremma.

Come ricorda p.Gabriele Ferlisi, ex Generale degli Agostiniani scalzi e studioso del venerabile, p. Giovanni concepisce l’ideale eremitico non come disimpegno dalle responsabilità e fuga nell’ozio, ma come condizione più idonea ad esprimere il meglio della contemplazione e dell’azione pastorale. Per questo non si sottrae agli impegni della predicazione e percorre a piedi i sentieri della Maremma per andare lì dove è richiesto il suo servizio pastorale. Predica a Sassofortino, Gavorrano, Ravi, Montepescali, Batignano, Montieri, Giuncarico, Talamone e in altri paesi vicini; è invitato a predicare anche nelle città di Grosseto, Siena, Massa Marittima, Volterra, Montepulciano, Lucca, Genova, Firenze. A Roma, nella chiesa di Sant’Agostino, predica la Quaresima con la presenza e l’apprezzamento di molti uomini della Curia Romana, tra cui il santo cardinale Roberto Bellarmino. Inoltre fa catechesi, direzione spirituale, scrive lettere e opuscoli ascetici, consola, esercita – per quello che può – la carità materiale, privandosi anche del tozzo di pane per sfamare un povero.

Al fine di progettare e coordinare iniziative di carattere spirituale e culturale in questo anno, il vescovo Rodolfo ha nominato un comitato, chiamando a presiederlo don Pier Mosetti, parroco di Roselle.

“Per il momento – spiega il sacerdote – abbiamo in mente delle idee che abbiamo pensato nella prima riunione on line del mese di dicembre. L’idea di fondo è quella di avvicinare il Venerabile all’uomo contemporaneo, per farlo conoscere anche al di fuori delle mura delle nostre parrocchie”.

Tra i progetti su cui concentrare l’attenzione c’è la pubblicazione di un commento ai “15 gradi dell’umiltà”, il suo scritto di spiritualità più importante, curato dallo stesso padre Ferlisi.

“Abbiamo pensato poi – continua don Pier – di organizzare un cammino,-pellegrinaggio nei luoghi toccati dalla missione del Venerabile o segnare dei
percorsi che ognuno potrà ripercorrere… Nella nuova riunione, avanzeremo proposte più concrete”.

“Fin da adesso – è l’appello del Vescovoinvito tutte le comunità parrocchiali, nei limiti delle condizioni date, di fare spazio anche a questo anniversario e alla figura del venerabile Giovanni, un uomo di fede che dobbiamo riscoprire, per rimettere al centro, proprio in questo tempo difficile, il nostro personale rapporto con Dio, senza il quale difficilmente troviamo strade nuove da percorrere. Invito tutti, allora, a mettersi idealmente in cammino, insieme e individualmente, per lasciare che questa figura ci parli e ci suggerisca il nostro modo di essere, oggi, apostoli della Maremma”.

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