Fu lui a benedire le salme degli 11 giovani trucidati nell’eccidio di Istia

25 anni fa la morte di don Omero Mugnaini, per mezzo secolo parroco a Istia

Venticinque anni fa, l’8 giugno 1993, moriva per un ictus cerebrale, don Omero Mugnaini. Aveva 83 anni e per 57 anni ha svolto con grande zelo il suo ministero di prete in mezzo alla gente di Maremma. In modo del tutto speciale a Istia, di cui fu parroco per mezzo secolo: un record!

Don Omero era nato l’8 febbraio 1913 a Roccastrada. A 12 anni aveva lasciato la famiglia per entrare in Seminario e aveva compiuto tutto il ciclo degli studi: il ginnasio inferiore a Pitigliano; il ginnasio superiore e il liceo a Grosseto; la Teologia a Siena. Nel 1936 viene ordinato prete. La sua prima destinazione è la Cattedrale, dove il vescovo Galeazzi lo invia come vice parroco. Vi rimane poco tempo, perché il Vescovo lo chiama a nuovo incarico: vice parroco a Orbetello. Ma anche in laguna il soggiorno è breve, perché nel 1938 viene inviato ad Istia come parroco: qui resterà fino al 1988, quando, per motivi di salute, fu costretto a rinunciare ritirandosi in famiglia.

Così lo ricorda il vescovo Adelmo Tacconi nella Rivista Diocesana del 1993: “Dai tempi del Seminario si era fatto conoscere per il suo temperamento vivace, i suoi brillanti interventi, le sue facezie. A tutti era carissimo, non soltanto a quei preti che fecero il Seminario con lui, ma anche alle generazioni successive, perché di lui, del suo passaggio in Seminario era rimasto il ricordo e se ne tramandavano gli aneddoti”. E in un altro passaggio del necrologio, il vescovo Tacconi rilevava: “(don Omero) amò la cultura. Portato naturalmente al gusto della poesia e della buona letteratura, seguì negli anni del Seminario quel filone culturale che faceva capo a Giovanni Papini e Domenico Giuliotti e non cessò, neppure dopo, di stare al corrente degli sviluppi letterari che si verificarono”.

Si dilettò anche a comporre poesie “nelle quali – scriveva ancora il vescovo Adelmo – travasò la sua sensibilità e la sua esperienza di vita”.

Il suo rapporto con la comunità di Istia fu fortissimo, testimoniato, ad esempio, da uno degli episodi che più lo qualificarono. Fu lui a benedire le salme degli 11 giovani trucidati nell’eccidio di Istia, sfidando anche i pericoli per raggiungere il luogo dove si consumò il tragico fatto, ancora oggi ricordato. “Scavalcò il comando delle autorità locali – scriveva ancora Mons. Tacconi – che gli rifiutavano il passaggio, e invocando il superiore lasciapassare delle autorità tedesche”.

Oltre che parroco fu anche insegnante di materie letterarie in Seminario e di religione nelle scuole statali. I funerali si tennero il 9 giugno 1993 a Istia, officiati dal vescovo Angelo Scola e concelebrati dal vescovo emerito Adelmo e da molti preti. La sua salma riposa nel cimitero della “sua” Istia.

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