L'opera è stata realizzata dall'artista grossetano Francesco Mori

A Batignano inaugurata e benedetta la tavola raffigurante il venerabile p. Giovanni Nicolucci

Si è svolta questa mattina, nella Pieve di san Martino vescovo, a Batignano, la cerimonia di scopritura e benedizione dell’opera pittorica raffigurante il venerabile p. Giovanni Nicolucci da san Guglielmo, religioso appartenente all’Ordine degli Agostiniani scalzi, scelto dalla Diocesi di Grosseto come “testimone della misericordia” in questo anno santo straordinario.
L’opera, tavola a tempera e ad olio, è stata commissionata dalla Diocesi all’artista grossetano Francesco Mori.
Alla cerimonia, condotta all’interno di uno spazio di preghiera, erano presenti il vescovo Rodolfo, il vescovo Alessandro proveniente dal Kerala (India), il Priore generale degli Agostiniani scalzi p. Gabriele Ferlisi assieme a numerosi confratelli, i sacerdoti della parrocchia di Batignano don Pier Mosetti e don Marius Balint, sacerdoti diocesani, seminaristi e fedeli di Batignano, che nel tempo hanno custodito con generosità e passione la memoria del venerabile.
Presenti anche l’artista Francesco Mori e i sacerdoti don Nunzio e don Carmelo Mocciaro, assieme alla sorella Francesca, legati a Batignano per aver servito la parrocchia per moltissimi anni. Grazie al loro generoso impegno finanziario la Diocesi ha potuto commissionare quest’opera.
• L’opera
La tavola, di 2,50 metri per 1,50, vede in primo piano, a dimensione intera ed in posizione frontale, la figura del venerabile Giovanni con indosso il saio nero degli Agostiniani scalzi. “Come nella tradizione delle icone – ha spiegato Mori illustrando la tavola dopo la scopritura e la benedizione – il santo guarda l’osservatore. E’ un dialogo, attraverso il quale chi guarda compie un gesto di preghiera”. Il venerabile tiene il braccio sinistro sollevato e sulla mano una stola, simbolo del sacerdozio, di color viola, a sottolineare l’intenso apostolato di confessore che p. Giovanni compì durante la sua vita. Sulla mano destra la Parola di Dio e un rosario che scende. In questi segni c’è il senso di tutta l’esistenza e la spiritualità del venerabile Giovanni. Egli fu infatti un amante della Scrittura, che meditava con assiduità e che predicò in molte zone della Maremma, e fu anche un grande confessore e consolatore di anime, soprattutto dei poveri, impegnandosi contro ogni forma di ingiustizia.
La figura di p. Giovanni è come racchiusa – secondo una tradizione pittorica che risale a Piero della Francesca – all’interno di una cornice architettonica delimitata da un pavimento in cotto e da una balaustra in stile classico, sulla quale l’artista ha raffigurato gli stemmi dei comuni di Grosseto e Castiglione della Pescaia, nei cui territori il venerabile ha vissuto e speso il suo sacerdozio. Sullo sfondo un bellissimo scorcio maremmano, che si apre, a sinistra di chi guarda, sul paese di Batignano, a destra su Castiglione della Pescaia. Nel dipinto anche elementi che richiamano l’oggi, a voler sottolineare che il messaggio del venerabile non è cristallizzato nel tempo, ma è contemporaneo, attuale, vivo, perché vivi sono il Vangelo e la misericordia di cui egli fu testimone.
“Il dipinto – ha detto Mori – ha richiesto mesi di lavoro dettagliato e appassionato, che molto mi ha coinvolto. Ora lo consegno a tutti, sperando che susciti devozione. L’arte sacra, infatti, deve muovere alla contemplazione e alla preghiera”.
Il vescovo Rodolfo ha ringraziato l’artista per l’opera realizzata. “Finalmente siamo riusciti a realizzare questa opera d’arte sul venerabile Giovanni. Grazie Francesco per l’amore e la fede con cui hai dipinto quest’opera. L’arte si fa per questo: perché la bellezza estetica ci aiuti a risalire alla bellezza creatrice di Dio”. Mons. Cetoloni a poi ringraziato i fratelli don Carmelo, don Nuncio e Francesca Mocciaro: “Abbiamo trovato in voi un attaccamento forte a Batignano, a questa comunità e al venerabile e tanta generosità”.

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