La parrocchia di Marina di Grosseto è il luogo scelto per l’incontro che questa domenica 6 ottobre vedrà convergere membri degli uffici di pastorale familiare, catechisti, operatori di pastorale giovanile delle diocesi della Toscana meridionale, per la presentazione di “Fuori dal labirinto. Orientarsi nell’affettività”.
Si tratta di un percorso formativo rivolto ai membri delle equipe diocesane di pastorale catechetica, giovanile e familiare, ma anche a catechisti, animatori, educatori ed accompagnatori di fidanzati e coppie. La finalità del corso è quella di formare all’educazione all’affettività attraverso una modalità esperienziale. Centrale è la scoperta dell’uomo, che sarà affrontata non solo attraverso una base contenutistica ma aiutando a produrre un cambiamento nei partecipanti sul tema dell’affettività, grazie anche al coinvolgimento dei docenti che saranno chiamati a far emergere il loro vissuto.
La domanda di fondo a cui si cercherà di dare risposta sarà:perché dobbiamo occuparci noi di affettività? Il tutto sarà finalizzato a non dare risposte preconfezionate ma a suscitare nuove domande ed elaborare con i partecipanti una proposta educativa che si inserisca armoniosamente nei percorsi formativi proposti dalle Diocesi o dalle parrocchie.
Con questo scopo, domenica si terrà un incontro volto a presentare il progetto, che ha visto i tre ambiti della pastorale (giovani, catechesi e famiglia) della Conferenza Episcopale Toscana convergere insieme. L’incontro si terrà dalle ore 15.30 alle ore 18.00. La novità del percorso è che saranno utilizzati anche i più moderni strumenti di comunicazione, come podcast, storie, reels oltre ad incontri on line ed in presenza, per mettersi meglio in dialogo con la generazione Z.
I referenti del percorso, a livello regionale, sono Silvia Mancini, per l’ufficio dottrina della fede e catechesi; Simone e Deborah Pintaldi e don Fabio Menicagli per la pastorale familiare; Maria Giovanna Deronda e don Stefano Papini per la pastorale giovanile. Il coordinamento teologico è stato affidato a don Stefano Salucci, prete della diocesi di Pescia e teologo, mentre quello psicopedagogico è stato curato da Alessia Facchini.