L'esortazione del Vescovo: "Invito tutti a sentire la presenza tra noi di p. Firas come un'occasione e un richiamo personale"

Grosseto accoglie p. Firas Lutfi, francescano che opera ad Aleppo. Venerdì 3 marzo alle 21.15 incontro pubblico. Ecco tutte le iniziative

La diocesi di Grosseto torna ad accogliere la voce della comunità cristiana di Aleppo, con la quale si è sedimentato un rapporto di amicizia e di solidarietà in questi durissimi anni di guerra e di terrore.

Da venerdì 3 a domenica 5 marzo sarà, infatti, a Grosseto fr. Firas Lutfi, frate francescano siriano della Custodia di Terra Santa, che con i suoi confratelli ha vissuto la tragedia di Aleppo e della sua terra. In Europa per una serie di incontri e testimonianze, fr. Firas racconterà la situazione attuale della città-martire, assurta a simbolo della tragedia siriana.

In particolare, venerdì 3 marzo alle 21.15, nella sala Friuli (piazza san Francesco) a Grosseto, il religioso parteciperà all’incontro pubblico: “Aleppo e Siria: cristiani tra speranza di stabilità e ricostruzione della pace”.

Già nel pomeriggio del 3 p. Firas sarà a Grosseto per presiedere, alle 18, la Messa in Cattedrale. Sabato 4 marzo alle 9 incontrerà gli studenti delle scuole Chelli e nel pomeriggio, alle 18, presiederà la Messa prefestiva della I di Quaresima in Cattedrale, trasmessa in diretta televisiva da Tv9. Infine domenica alle 11.30 presiederà la Messa nella chiesa di san Francesco.

“Invito tutti a sentire la presenza tra noi di p. Firas come un’occasione e un richiamo personale – commenta il vescovo RodolfoIn questi anni abbiamo vissuto, attraverso il racconto suo e di p. Ibrahim Alsabagh, la testimonianza pacifica che i cristiani hanno offerto ad Aleppo in una situazione drammatica, dove la violenza sembrava non avere fine. Ora che la situazione sembra apparentemente meno difficile, in realtà si vive una fase carica di incertezze, dove occorre gettare il seme della riconciliazione e della speranza tra gente esasperata, che ha provato il dolore, ha visto in faccia la morte. Per questo è importante continuare a stare vicini all’opera della Chiesa e di tanti uomini e donne di buona volontà. Non lasciamoli soli”.

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