Ordinato il 12 agosto 1957 a Siena, è stato parroco, assistente Ac e missionario in Brasile, prima di arrivare nella comunità fondata da don Zeno

I 60 anni di sacerdozio di don Ferdinando Neri, parroco di Nomadelfia

Don Ferdinando Neri, dal 2001 parroco di Nomadelfia, il 12 agosto celebra 60 anni di sacerdozio. Fu, infatti, ordinato nella cattedrale di Siena, da mons. Mario Toccabelli, il 12 agosto del 1957.

84 anni portati molto bene (è nato nella città del palio il 20 agosto del 1933), ha ricordi vividi della sua vita, di cui ha ripercorso le tappe salienti sulle pagine del settimanale diocesano Toscana Oggi.

“Appena ordinato sacerdote – ha iniziato il suo racconto – sono stato assistente dell’Azione Cattolica
diocesana, ed assegnato successivamente a due parrocchie: la prima vicino a Monteroni d’Arbia e la seconda a Casciano di Murlo. A partire, poi, dal 1963, sono stato chiamato al seminario regionale di
Siena come padre spirituale della sezione ginnasiale e da lì a Colle Val d’Elsa come Rettore per la formazione dei frequentanti le classi ginnasiali, ma fu una breve esperienza. Un periodo importante
significativo della mia vita – ha continuato nel suo racconto – fu quello che mi dette modo di vivere l’arcivescovo Castellano: un’esperienza di comunità presbiteriale a Buonconvento, la prima dopo
il Concilio (tre sacerdoti che gestivamo quattro parrocchie), un modo nuovo di vivere l’attività pastorale”.

Dal 1975 al 1981 don Ferdinando fu missionario in Brasile, dove, in appoggio ai padri Camboniani, gestiva una parrocchia insieme ad un altro sacerdote. “Nel 1981 – continua – sono tornato nella Diocesi di Siena e i Vescovi della Toscana mi dettero l’incarico di animatore dei centri missionari in regione, mentre a livello diocesano mi occupavo della pastorale familiare. Nell’89 fui nominato
direttore del Cum (Centro Unitario Missionario di Verona), dove sono rimasto per cinque anni. Poi, dal 1995 al 2001 ho avuto l’incarico di pro vicario generale”.

Dal 2001 un cambiamento importante nella vita, densa di avvenimenti, di don Ferdinando: in quell’anno approda a Nomadelfia, comunità fondata da don Zeno, e di cui diventa parroco.

“Essere parroco a Nomadelfia significa ripensarsi e rivedersi sotto un’altra luce: qui non ci sono
gerarchie, io non ho la canonica, faccio parte di un gruppo familiare, sono un fratello come gli altri, ma con un incarico particolare”, racconta.

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