Non meno di 500 persone alle esequie della prima mamma di vocazione e cofondatrice della comunità "dove la fraternità è legge". A presiedere il rito il cardinale Antonelli. Messaggio anche da Papa Francesco

I funerali di mamma Irene di Nomadelfia una “festa di ringraziamento”

Le danze in costume dei bambini e dei giovani di Nomadelfia attorno al feretro di mamma Irene hanno detto molto più di mille parole che cos’è per il popolo di don Zeno un funerale: non un triste commiato dalla persona a cui si è voluto bene, ma “una festa di ringraziamento”.

E una festa è stato l’intero rito con cui questa mattina Nomadelfia ha consegnato a Dio l’anima di Irene Bertoni, la prima mamma di vocazione e cofondatrice, con don Zeno, della comunità “dove la fraternità è legge”, morta la domenica di Pentecoste a 93 anni.

A presiedere la Messa esequiale, alla quale hanno partecipato non meno di 500 persone, è stato il cardinale Ennio Antonelli, già arcivescovo di Firenze e ed ex presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Concelebranti, il vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni, il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, insieme ad una ventina di sacerdoti e a due diaconi.

A fare da corona al feretro, adagiato in terra, alcuni bambini di Nomadelfia con in mano un fiore, custodi di quel corpo ormai senza vita e di un’anima grande, che tutta si è donata a Dio e alla causa del Vangelo.

“Accanto a don Zeno, Irene è stata la capostipite di una figura di mamma capace di trasmettere la tenerezza di Dio”, ha detto il parroco di Nomadelfia, don Ferdinando. Che ha aggiunto: “Con la sua morte si conclude la fase fondativa di questa comunità”.

Il cardinale Antonelli, che rappresentava la Sede apostolica, con la quale mamma Irene ha mantenuto rapporti stretti fin dalla nascita di Nomadelfia, ha avuto per l’anziana defunta parole delicate e forti. “In lei – ha detto – ho ammirato la donna intelligente, risoluta, appassionata, piena di coraggio e di fiducia nella Provvidenza e ho visto in lei, mamma di vocazione di 58 figli, la bellezze di un amore materno rigoglioso di speranza e di gioia”. La conoscenza tra Antonelli e mamma Irene risale ai primi anni ’60, quando da giovane prete, il futuro cardinale portò a Nomadelfia un gruppo di professionisti cattolici della diocesi di Todi. “Per il pranzo – ha raccontato – ci divisero in piccoli gruppi nelle famiglie e io capitai proprio nella casa di Irene e dei suoi figli. Mi impressionò la festosa armonia intorno alla tavola, la conversazione vivace, l’allegria”. E ha aggiunto: “La fraternità vissuta in misura alta è visibilità e credibilità di Cristo risorto”.

Toccanti le parole di uno dei primi figli di Irene, Carlino, oggi anziano: “Sei stata una mamma meravigliosa, di una fede incrollabile e di un coraggio insuperabile”.

Tanti i messaggi di cordoglio giunti ai nomadelfi da comunità religiose, missionari, autorità. La più importante, quella di papa Francesco, che attraverso il segretario di Stato, Parolin, ha fatto arrivare al vescovo Cetoloni un telegramma. “Ha portato il sole della gioia nel cuore di tanti bambini” ha scritto il Santo Padre, pregando che “il Signore accolga nella vita eterna una così convincente testimone della vita buona del Vangelo”.

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