L'ausliare dell'Arcieparchia Ivano-Frankivs'k, ospite d'onore per le feste di San Lorenzo, ha incontrato la stampa

Il vescovo Mykola: “Grazie Maremma! Siete stati i primi in Toscana a mobilitarvi per l’Ucraina”

Celebrazioni Laurenziane 2023

“Sono venuto a Grosseto con grande gioia. L’invito mi è arrivato nel giorno della mia ordinazione episcopale, a febbraio, quando in Ucraina sono venuti don Paolo Gentili, don Marco Gentile e don Ivano Rossi. Allora il 9-10 agosto sembrava una data molto lontana, ma ho detto subito sì. E ora sono davvero felice di essere qui a festeggiare la solennità di san Lorenzo, il patrono della Città e della Diocesi. Ma sono venuto soprattutto per dire al popolo maremmano: grazie a nome di tutto il popolo ucraino. So che in questa città, fin dai primi giorni dallo scoppio della guerra, la gente si è mobilitata. Siete stati i primi in Toscana! Questo lo so di sicuro e per questo vi ringrazio. Così come vi ringrazio delle preghiere per noi. Come dice il nostro patriarca fin dallo scoppio della guerra: l’Ucraina resiste! L’Ucraina combatte! L’ucraina prega!”

Così il vescovo Mykola Semenyshyn, ausiliare della Arcieparchia di Ivano-Frankivs’k, nella parte occidentale dell’Ucraina. Il presule, 41 anni appena, è a Grosseto come ospite d’onore per le celebrazioni laurenziane 2023. Questa sera (9 agosto) presiederà la processione, domani, festa di san Lorenzo, il pontificale solenne nella cattedrale del capoluogo maremmano.

Il vescovo Mykola è nato il 29 maggio 1982 a Hlyboke, nella regione di Ivano-Frankivs’k. Dal 1999 al 2005 ha ricevuto la formazione sacerdotale presso il Seminario maggiore della medesima località. Il 29 maggio 2005 è stato ordinato sacerdote per l’Arcieparchia di Ivano-Frankivsk di cui ora è vescovo ausiliare a soli 41 anni. Successivamente, ha conseguito la Licenza in Teologia spirituale presso la Pontificia Facoltà Teologica e Pontificio Istituto di Spiritualità “Teresianum” di Roma e ha svolto il ministero pastorale a servizio dei fedeli greco-cattolici ucraini nella Diocesi di Pinerolo. Ha svolto diversi incarichi, tra i quali vicerettore del Seminario maggiore di Ivano-Frankivsk, segretario particolare di Sua Beatitudine il cardinale Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore emerito di Kyiv-Halic, e direttore spirituale nel Seminario maggiore dei Tre Santi Gerarchi a Kyiv.

Stamane, in Seminario, ha avuto un incontro con la stampa locale.

“Noi vogliamo vivere! – ha detto – E’ il nostro nemico che vuole uccidere; noi vogliamo solo vivere! Vogliamo andare a lavorare, vogliamo andare in chiesa, vogliamo andare a scuola; vogliamo andare al bar per un caffè… vogliamo vivere! Ma nelle condizioni della guerra non possiamo farlo come vorremmo. Tuttavia quello ucraino è un popolo pieno di fede e ringraziamo Dio per esserci ancora e con Lui diciamo grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, ci stanno aiutando e continueranno a farlo”.

Dopo oltre un anno di guerra la situazione è molto difficile. Il vescovo ausiliare opera in una Diocesi dove la vita è abbastanza tranquilla, ma i rischi ci sono sempre. “Prima di partire – ha raccontato – sono andato dal barbiere per tagliarmi i capelli. Davanti a me c’erano già altre persone e mi sono messo ad aspettare il mio turno. A un certo punto è suonata la sirena. Il barbiere ci ha detto che lì vicino c’era un rifugio: ‘Andate a ripararvi, noi continuiamo a lavorare’. Ma nessuno di noi si è andato a nascondere. Certo, non abbiamo fatto bene e grazie a Dio il missile non ci ha colpito. Il fatto è che siamo stanchi di nasconderci, stanchi di andare nei rifugi… Vogliamo vivere e questo ci dà la forza di non arrenderci”.

Il vescovo Mykola ha riferito un altro aneddoto che fa capire quanto la quotidianità degli ucraini sia cambiata: “Dallo scoppio della guerra abbiamo dimenticato che giorno è. Non diciamo più ‘Oggi è il 9 agosto’, ma ‘oggi è il 532esimo giorno di guerra’.”

Poi ha raccontato l’impegno della Chiesa nel sostenere la speranza della gente: “Come sacerdoti e come Chiesa cerchiamo di stare con la gente. Tanti cappellani vanno nelle zone di combattimento per essere di supporto morale e spirituale ai soldati. E molti di loro restano sorpresi di questo: c’è chi dice ‘Non sono mai andato in chiesa in vita mia ma con lei qui, padre, mi sento sicuro’. E poi aiutiamo i rifugiati, perchè non tutti sono fuggiti all’estero, c’è chi ha raggiunto le zone dell’Ucraina dove la situazione è un po’ più tranquilla, se così si può dire… . Ogni giorno purtroppo celebriamo funerali – ha proseguito – Per me ogni volta è una sfida grande: cosa dire a una mamma che ha perso il figlio, a una donna che ha perso il marito? Anche per noi sacerdoti questa situazione drammatica è emotivamente pesante, ma non vogliamo allontanarci dalla gente. Siamo pastori e stiamo col gregge”.

Prima di diventare vescovo, mons. Mykola è stato per sei anni direttore spirituale nel Seminario maggiore dei Tre Santi Gerarchi a Kiev, che accoglie circa 200 giovani seminaristi per tre diocesi. “Ancora abbiamo vocazioni, seppure il numero sta calando anche in Ucraina – dice – Tuttavia non ci sono parrocchie scoperte e chi viene ordinato prete a volte deve faticare a trovare un posto dove esercitare il ministero”. Poco tempo fa la Diocesi ha anche inaugurato un ospedale: l’unico di proprietà della Chiesa in tutta l’Ucraina. “Grazie a questa struttura possiamo aiutare i soldati feriti che ritornano dalle zone di guerra, ma anche i profughi e le famiglie dove si manifestano problemi psicologici a causa della guerra”.

Il vescovo Mykola conclude con un appello: “La pace la vogliamo, ma nella giustizia”, dice citando il patriarca dell’Ucraina. “Per prima cosa basta ucciderci. Come si può fare la pace con chi continua a uccidere gente innocente e a ferire la nostra terra? Si parla di ecocidio, perché la distruzione delle nostre terre ha delle ripercussioni: stanno radendo al suolo tutto. Noi vogliamo solo vivere in pace…ma ora dobbiamo difendere noi e i nostri figli”.

“Certo – chiude – la guerra stanca, non solo chi la vive, ma anche voi. Vi chiedo però di continuare ad aiutarci, perché questa è una guerra fra il bene e il male”.

 

QUALCHE NOTIZIA SULLA DIOCESI DI IVANO-FRANKIVS’K

L’arcieparchia di Ivano-Frankivs’k è una sede metropolitana della Chiesa greco-cattolica ucraina. Nel 2021 contava 566.200 battezzati su 758.000 abitanti. È retta dall’arcieparca Volodymyr Vijtysyn.

Sede arcieparchiale è la città di Ivano-Frankivsk, chiamata fino al 1962 Stanislaviv, dove si trova la cattedrale della Risurrezione del Nostro Salvatore.

Il territorio si estende su 6.900 km² ed è suddiviso in 396 parrocchie, raggruppate in 20 decanati.

 

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