Lutto in Diocesi

Morto p. Samuele Duranti, frate cappuccino e scrittore

Il religioso, nato a Grosseto, aveva 90 anni. Dal 2004 era vice parroco a Santa Lucia

La Chiesa di Grosseto, unitamente alla parrocchia di Santa Lucia e alla Provincia Toscana dei frati minori cappuccini, piange la morte di fr. Samuele Duranti, sacerdote cappuccino. Il decesso è avvenuto questa mattina, poco prima di mezzogiorno, a Firenze, nell’infermeria dei frati cappuccini, dove il religioso si trovava da alcune settimane dopo un ricovero presso l’ospedale Misericordia di Grosseto.

Aveva compiuto 90 anni il 2 maggio scorso. Era sacerdote da 68, frate cappuccino da 74.

La salma è stata composta nella chiesa dei Cappuccini di Firenze, a Montughi, da dove il feretro muoverà verso Grosseto, dove è atteso nel pomeriggio di martedi. La sera alle 21.15 nella chiesa di Santa Lucia si terrà una veglia di preghiera, mentre mercoledì 23 luglio, alle ore 15, la Messa di esequie sempre nella chiesa parrocchiale di Barbanella. La salma sarà poi inumata nel cimitero comunale di Sterpeto.

TRATTI BIOGRAFICI

Padre Duranti era grossetano doc, nato poco fuori le mura, in via Trieste, il 2 maggio 1935. Alla nascita gli fu dato il nome di Franco. Samuele sarebbe diventato il nome da religioso, omaggio a un fratino che Franco, bimbetto, conobbe ad Arcidosso, nel periodo in cui coi fratellini e la mamma trovarono riparo nel paese amiatino dopo la tragica morte del babbo Secondo, originario di Buriano, tra le vittime del terribile bombardamento del 9 settembre 1943 nella zona della stazione ferroviaria ad opera dei bombardieri Wellington. Franco aveva 8 anni e quell’evento tanto doloroso è sempre rimasto impresso nella sua mente e nel suo cuore, tanto che a più riprese, nel corso degli ultimi anni, fece appelli scritti perché non si ricordasse solo la strage di Pasquetta, ma anche gli altri bombardamenti che provocarono numerosi morti in città. Rifugiatosi ad Arcidosso, è lì che sbocciò la sua vocazione religiosa e sacerdotale. Era lui stesso a raccontarlo: “Ad Arcidosso frequentavamo spesso il vicino convento dei Cappuccini, dove dimorava un fratino di nome Samuele. Mi innamorai di quella figura al punto che dissi alla mia mamma: “Voglio farmi cappuccino” e, una volta frate, presi il suo nome».

Il noviziato nel 1950, la Professione religiosa perpetua nel 1956, gli studi di Teologia, l’ordinazione sacerdotale nel 1957. Fu un “ragazzo prodigio”, Samuele: a 22 anni ricevette l’ordinazione presbiterale, per la quale dovette ricevere una speciale dispensa, visto che aveva meno dell’età canonica. Ma i suoi superiori avevano intuito le potenzialità di quel giovane maremmano e l’8 settembre 1957 diventò sacerdote. Nella cappella di un istituto di suore francescane, a Firenze, dove avvenne il rito di mattina presto, ad assistere c’erano sette persone: la mamma, i fratelli, uno zio paterno e i due padrini che lo avevano accompagnato (come usava all’epoca) durante il percorso della formazione. Alle 11 di quello stesso giorno, nella chiesa dei Cappuccini di Montughi p. Samuele celebrò la sua prima Messa.

Da quel momento è stato un susseguirsi di impegni e di servizi, svolti sempre con grande dedizione e umiltà.  Il ministero di p. Duranti ha spaziato su più ambiti. Novello sacerdote, per sette anni fu insegnante nel Seminario minore dei Cappuccini toscani, a Poppi, in Casentino. Poi un anno vice maestro dei novizi all’eremo di Cortona: vice, perché troppo giovane per essere nominato maestro («I miei superiori – raccontava spesso, divertito – mi cantavano sempre: “Non ho l’età..”»). Quindi al convento di Montevarchi, dove per un triennio fu direttore del Ginnasio. Nel 1968 la svolta che ha inciso nella sua vita sacerdotale: erano gli anni del post Concilio e i Cappuccini si aprirono alla cura delle parrocchie. La Provincia Toscana accettò le richieste provenienti dai Vescovi in varie diocesi (tra cui Grosseto) e p. Samuele, 33enne, fu inviato a Montecatini Terme per dare avvio, con p. Atanasio Galardini, alla nascente parrocchia di San Francesco d’Assisi. «Ero giovane e pieno di forze – ricordò in una intervista a Toscana Oggi in occasione dei suoi 60 anni di sacerdozio – e mi occupavo soprattutto della formazione dei giovani e dell’insegnamento della Religione nel liceo scientifico».

Sono anche gli anni in cui realizza un suo desiderio: conseguire la laurea in Lettere moderne. Diventa «dottore» discutendo una tesi sulla figura di p. Bernardino Catastini da Arezzo, primo cappuccino toscano a diventare ministro generale del suo Ordine. «Mi studiai i quattro volumi nei quali era narrata la visita pastorale che egli compì, nel ’600, alle Province europee dei cappuccini. Andavo sempre a sostenere gli esami in saio, nonostante qualche professore mi guardasse storto…». Nella cittadina termale restò 15 anni. Poi nel 1983 i superiori lo inviarono ad Arezzo come direttore delle vocazioni «adulte». Un triennio soltanto, perché ne 1986 Samuele venne eletto vicario provinciale dei Cappuccini toscani ed è inviato a fare il guardiano del convento principale, a Firenze-Montughi, dove hanno sede la curia provinciale, l’infermeria dei frati, la parrocchia e molte altre attività. Sono sei anni intensi e fecondi, molto diversi dai precedenti, vissuti soprattutto a servizio dei confratelli, non solo a Firenze: «In quel periodo – rivelò – ho avuto la possibilità di “vagabondare” un po’ tra Italia, Polonia, Emirati Arabi, Nigeria dove sono stato a predicare esercizi spirituali e a tenere corsi di formazione ai frati».

Poi un’altra svolta decisiva: nel Capitolo provinciale del 1992 i superiori lo inviano a San Casciano Val di Pesa affidandogli il delicato servizio di assistente regionale dei laici francescani (Ofs). È un servizio che, di fatto, non abbandonerà più: per 12 anni, infatti, ricopre l’incarico a livello toscano, successivamente come assistente locale a Grosseto e Castiglione della Pescaia. Nel mezzo a tutti questi spostamenti, impegni, servizi, p. Samuele ha messo il suo sacerdozio anche a disposizione della scrittura, dando alle stampe oltre trenta libri di taglio biblico o francescano e scrivendo su numerose riviste. Nel 2004 arriva, anzi torna, a Grosseto. Cosa rara che un frate venga mandato nel luogo in cui è nato, ma Samuele ha vissuto questo suo ritorno in Maremma come un dono e un’opportunità, dedicandosi instancabilmente ad un’altra sua grande passione: la catechesi. Sia quella per adulti, sia la cura del catechismo per i bambini, con particolare amore per la Messa delle 10, dedicata proprio a loro. È lì che p. Duranti per molti anni ha riversato il meglio di sè con la fantasia dello scrittore per coinvolgere i bambini nel messaggio del Vangelo domenicale.

«A corollario di questi 60 anni di sacerdozio cosa direi? Grazie e perdono – rispose deciso nell’intervista a Toscana Oggi – Gesù mi ha davvero preso per mano e mi ha tenuto! Mi ha amato di amore eterno! Posso dire di sentirmi davvero un uomo realizzato: riguardando la mia vita di frate e prete vedo come il Signore mi ha accompagnato in tutti i sentieri. E sono felice anche di aver cambiato luoghi e servizi: mi hanno sempre rigenerato e hanno rigenerato il mio sacerdozio, aprendomi a nuovi orizzonti».

Negli ultimi anni aveva aperto un altro canale di comunicazione con la gente: ogni mattina un video di meditazione che faceva il giro dei cellulari grazie a whatsapp. Ma p. Samuele c’era sempre anche per chi desiderava confessarsi o anche solo sfogarsi, per chi suonava al campanello del convento. E’ stato un frate amabile, arguto, sereno, felice della sua vocazione e della sua vita. Fino in fondo.

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