Nota della Curia sui test sierologici

Nella giornata di ieri, martedi 12 maggio, vescovo, numerosi sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e collaboratori laici e volontari di Caritas si sono liberamente sottoposti al test sierologico.

Scaglionati ad orari prefissati, si sono ritrovati nel parco-parcheggio del Seminario di via Ferrucci, dove operatori sanitari hanno effettuato i test. In tutto oltre 90.

La scelta di sottoporsi al test è stata libera e volontaria.

Sei test hanno dato esito positivo o incerto. Di conseguenza, gli interessati hanno fatto richiesta di essere sottoposti a tampone, al fine di verificare definitivamente se si tratti o meno di un falso allarme. Stanno attendendo di essere chiamati. Nel frattempo, essendo tutte persone che fin dallo scoppio della pandemia, hanno coabitato insieme, si sono isolati in attesa del tampone.

“La scelta di effettuare il test sierologico – spiega don Paolo Gentili, vicario generale della Diocesi di Grosseto – è per esercitare con responsabilità la nostra parte di cittadini oltre che di ministri di culto o di operatori della carità. Ricordiamo che il test non dice che si è positivi al covid-19. E’ finalizzato alla ricerca degli anticorpi per avere un quadro più chiaro circa un eventuale contatto con il virus. Attendiamo, pertanto, i tamponi. Coloro che hanno avuto il test positivo o incerto sono comunque asintomatici, stanno bene e attendono fiduciosi di poter essere quanto prima sottoposti a tampone. Evitiamo pertanto inutili allarmismi, forieri, in questo momento già difficile per tutti, solo di ulteriori stati di preoccupazione”.

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