Omelia del Vescovo Rodolfo alla Messa prefestiva della II^ Domenica di Avvento

Carissimi fratelli e sorelle,

Il Signore ci riempia il cuore di pace, ravvivi in noi la fede nell’incontro con Lui e ravvivi in noi soprattutto la sicurezza della sua presenza nella nostra vita.

Noi ci prepariamo al Natale perché siamo sicuri che Egli è in mezzo a noi e questi giorni d’Avvento ci aiutano a crescere nell’attesa, perché sia maggiore la nostra sicurezza di fede.

Dopo l’atto penitenziale, don Fabio ha acceso la seconda candela dell’Avvento: è un piccolo segno; può voler dire il bisogno che abbiamo di luce, di più calore nella nostra vita, ma anche di fare luce, di essere più luminosi, di essere caldi nella nostra carità. Ma certamente è anche il segno della nostra fede nella luce Signore, che aumenta nella nostra vita quando ci mettiamo dinanzi a Lui, quando preghiamo, quando ci riconciliamo con Lui, quando ascoltiamo la sua parola.

<Lampada per il mio cammino è la tua parola!>

Allora questa sera voglio prendere due spunti dalla Parola di Dio, per sentire come questa ci aiuta nel nostro cammino verso il Natale, in questa II domenica di Avvento.

Il primo aiuto viene da una persona: Giovanni Battista, cugino di Gesù, che nel deserto, dando segni di essenzialità, invita alla conversione, all’essere pronti perché Dio è vicino, a preparare la strada, a togliere quegli ostacoli che pesano nella vita di ognuno di noi per incontrare il Signore.

Annuncia anche il perdono, un cammino da fare, un impegno da prendere, ma anche un dono da parte di Dio che c’è sempre. Chiama all’impegno, ma anche rassicura: <Viene dopo di me uno che è più grande di me… Io vi battezzo con acqua – segno del vostro desiderio di essere limpidi davanti a Dio, segno di essere dono di Dio – lui vi battezzerà in Spirito santo>.

Egli, ci vuol dire il Battista, vi immergerà nello Spirito Santo, nell’amore di Dio! Quell’amore che ha dato origine alla storia, quell’ amore che ha assistito il suo popolo, quell’amore che ha generato Gesù in Maria e che accompagna proprio Gesù nel suo ministero… Egli con la sua nascita e la sua presenza tra noi ci immerge nel dono dello spirito Santo.

Questa è la luce con cui questa II domenica ci porta di più verso il Natale: l’essenzialità, un richiamo alla rettitudine d’animo, di pensieri, ad un impegno più forte. Ci toglie ciò che impedisce il cammino verso Dio e verso gli altri e ci ridice la sicurezza dell’amore di Dio.

Poi una parola, che riprendo dal profeta Isaia, che nella I lettura l’ha ripetuta due volte: <consolate>.

Isaia è uomo di Dio, uomo che anche in tempi difficili sotto ogni aspetto (morale, civile, economico) sta in contatto con Dio e sente questa parola: <Consolate, consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta… Ecco il Signore Dio viene con potenza…>. Nonostante questa parola le cose rimanevano come prima, con le stesse difficoltà, ma la testimonianza di quest’uomo consolava, perché Isaia sapeva stare in contatto con Dio e anche se la speranza non dava tempo egli sosteneva il popolo con le parole che poi ripeter àil Battista: convertitevi, abbassate le colline, riempite le valli.

Questa parola impegna, ma dà anche sicurezza: <Il Signore Dio viene con potenza!>.

La Parola di Dio continua venire a noi anche in questi tempi, che non sono facili sotto tanti aspetti, ma Dio resta presente, forte in queste nostre situazioni. Ce lo riafferma anche Pietro nella II lettura, lui che ha visto la presenza di Dio, il Signore Gesù entrato nella sua vita, ha visto la risurrezione!

E scrive ai cristiani, che credevano a Gesù, ma vedevano che le cose rimanevano difficili, anzi c’erano le persecuzioni…. Pietro continua la missione di consolare, di confermare, non con una pacca sulla spalla, ma dicendo come è Dio e ciò che compie Dio: <Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa>.

Ma perché – è la domanda dell’uomo in ogni tempo quando c’è sofferenza, quando le cose non vanno – Dio non interviene? Pietro ci spiega il perché di questo tempo di attesa, che noi spesso non accettiamo: <Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda>.

Ecco la parola di consolazione che da Isaia passa a Pietro: il tempo che Dio ci dà è proprio perché non ci perdiamo. Questa è la sicurezza che Pietro dà ai suoi compagni di fede e li esorta: questa è la sicurezza su cui sentirsi consolati. Ma non una consolazione che appiattisce, che lascia le cose come stanno. No, una sicurezza che mi impegni!

Se le cose sono così, <quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e delle preghiere!>, cioè quale conformità rispetto a ciò che crediamo! E poi aggiunge un’espressione bellissima, che dovrebbe essere come la molla della nostra vita: <Mentre aspettate e affrettate la venuta del regno di Dio>. Noi siamo quelli che aspettano, ma in modo operoso, a partire dalla preghiera, non facendoci travolgere dal male intorno a noi, né ci facendoci da esso intristire.

Pietro ricorda, inoltre, che <davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno>. C’è, qui, tutto il senso dell’affidare il tempo che abbiamo all’opera di Dio, lasciando a Lui la guida della nostra vita e della storia, però attivi in ciò che facciamo, in ciò in cui crediamo, nel modo come ci comportiamo!

Termino con queste parole: <Fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia>. Ecco l’armonia della Parola di Dio, che impegna a preparaci davvero con questa sicurezza, perché quando Lui verrà ci trovi senza colpa e senza macchia. Una sicurezza che diventi bontà maggiore, capacità di perdono, coerenza, gioia nonostante tante cose che non vanno. E’ quello che vogliamo chiedere in questa II settimana di Avvento.

Così sia!

 

 

La concelebrazione eucaristica è stata animata dal coro parrocchiale di San Giuseppe. Hanno servito all’altare i ministranti della Parrocchia del SS. Crocifisso

Hanno concelebrato: don Franco Cencioni, proposto del Capitolo della Cattedrale; don Fabio Bertelli, parroco del S. Giuseppe in Grosseto

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