Sarà presentato il romanzo "La terra non è nostra", che il sacerdote scrisse nel 1944 e che mai era stato editato

Sabato 17 settembre Giornata di studi su don Ameleto Pompily

Sarà una giornata di memoria e gratitudine, di studio e di approfondimento di una delle figure di prete più significative, ricche e poliedriche che la diocesi di Grosseto ha espresso nel corso del ‘900.

Sabato 17 settembre, grazie alla collaborazione fra Diocesi e Fondazione Polo Universitario Grossetano, nell’aula 5 del Polo stesso, si terrà la Giornata di studi dedicata a don Ameleto Pompily. L’occasione è data dalla pubblicazione (edizioni Effigi) del suo romanzo “La terra non è nostra”, mai dato alle stampe, nel quale don Pompily, attingendo alla storia personale della sua famiglia di boscaioli tirlesi, offre una straordinaria e a tratti commovente narrazione di ciò che era la Maremma dei primi decenni del ‘900. Don Ameleto lo scrisse, su carta velina, intorno al 1944. Alcuni capitoli furono pubblicati come racconti sul quotidiano “Il Mattino dell’Italia Centrale”. E’ il racconto della delusione di un adolescente, che si rende conto che la terra non è nostra, ma del padrone. Da questa delusione nasce in don Ameleto il suo interesse per gli agricoltori, per la loro situazione di povertà, partecipa alla riflessione sulle nascite delle cooperative, dando il suo contributo, e anche sulla Riforma agraria in Maremma.

La Diocesi, dietro l’assenso dei familiari di don Pompily, ha desiderato pubblicarlo perchè divenga patrimonio comune di un territorio nel quale don Amleto si è speso con generosità, acume, intelligenza e versatilità. Parroco a Boccheggiano, Roccastrada, Roselle, canonico penitenziere del Duomo, don Amleto è una figura a cui la Maremma deve molto e che però ha bisogno di essere conosciuta di più. Proprio per questo, accanto alla stampa del libro, è stata organizzata la Giornata di studi, che avrà inizio alle ore 10. Ad aprirla sarà il vescovo Giovanni, che ha scritto anche la prefazione al romanzo. Seguirà, poi, l’intervento di don Franco Cencioni, legato profondamente alla memoria di don Amleto, che fu suo parroco a Boccheggiano, lo instradò al Seminario (prima a Tortona da don Orione, poi in quello diocesano) e che con don Amleto condivise anche la responsabilità della cura pastorale della cattedrale, all’epoca la parrocchia più grande della Diocesi. Quindi la professoressa Maura Mordini, docente presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena, presenterà “la terra non è nostra”, mentre il prof. Paolo Passaniti, anch’egli docente presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena, prenderà spunto dallo scritto per parlare della «Maremma della riforma agraria». Don Ameleto, infatti, fu anche un appassionato studioso e realizzò un importante contributo alla Riforma agraria, che giunse fino alle commissioni parlamentari competenti. Le conclusioni saranno affidate a don Roberto Nelli, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale culturale. Alla giornata di studi interverranno anche studenti del liceo paritario Chelli e del liceo Rosmini, dove don Amleto insegnò religione dal 1942 al 1978, anno della sua morte.

Nato a Tirli nel 1909, da famiglia di boscaioli e mezzadri, entrò in Seminario ancora ragazzino. Lì frequentò la scuola media, il liceo. Poi lo studio della teologia e l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 17 marzo 1934. Fu, come già ricordato, parroco a Roccastrada, Boccheggiano, Roselle. Nel 1942, a soli 33 anni, era già canonico della Cattedrale, della quale nel 1965 fu nominato penitenziere, ufficio che caratterizzò la sua costante presenza in Duomo fino alla morte, giunta improvvisamente, per arresto cardiaco, la mattina del 16 maggio 1978. Fu anche impegnato nella Poa (l’antesignana della Caritas), nell’Onarmo (opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai), nell’Azione Cattolica come assistente del settore femminile e poi dell’intero settore adulti. Appassionato di catechesi (scrisse anche il libro “Ritorno al Vangelo”, pubblicato con le edizioni Paoline nel ’46) e di pedagogia, fu anche insegnante in Seminario e all’Istituto Rosmini.

“Don Ameleto – commenta don Roberto Nelli, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale culturale – ha fatto parte di quel gruppo di sacerdoti che hanno interpretato il loro ministero davvero a tuttotondo, impegnandosi in prima linea per il progresso civile, culturale e sociale, oltre che religioso, della Maremma. E’ stato uno dei naturali prosecutori dell’opera che nell’800 caratterizzò, ad esempio, il canonico Chelli, a cui si deve la biblioteca cittadina e il prodromo del museo archeologico, o il canonico Cappelli, anch’egli fortemente impegnato sul versante socio-culturale. Meritava, dunque, che gli fosse dedicato un tempo di studio, per farlo conoscere di più. Ed è bello che alla giornata del 17 settembre, aperta a tutti, possano partecipare anche studenti liceali di oggi: potranno così comprendere quanto questa terra non sia stata avara di figure di grandissimo spessore umano, culturale e sociale. Nel caso di don Amleto imperniate sul Vangelo”.

 

“La vita di don Pompily è una importante tessera del mosaico che compone la storia del novecento della Maremma, è sintesi di una stagione in cui l’impegno sociale ha portato il nostro territorio ad una evoluzione attesa da secoli, nonchè l’immagine di una spiritualità vissuta accanto alla gente. L’analisi della figura di don Pompily sarà di grande arricchimento non solo per comprendere la levatura del suo ministero, ma anche per conoscere meglio le complesse dinamiche che si sono espresse in una Maremma passata dal latifondo alla Riforma Agraria. Questi approfondimenti sulla storia del territorio trovano presso la Fondazione Polo Universitario Grossetano il loro naturale spazio; inoltre la collaborazione con la Diocesi di Grosseto, nostro socio fondatore, non può che apportare importanti spunti di studio ed ispirazione per nuovi progetti.”, ha dichiarato la Presidente della Fondazione Polo Universitario Grossetano Gabriella Papponi Morelli

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