Il Vicariato urbano, che comprende le 10 parrocchie cittadine, ha predisposto il calendario delle Solenni esposizione eucaristiche (Quarantore) nelle parrocchie della zona urbana.
Si inizia lunedì 7 marzo nella parrocchia Maria SS.Addolorata, dove le Quarantore andranno avanti fino a mercoledì 9. In quello stesso giorno prenderanno il via anche nella parrocchia Madre Teresa di Calcutta, fino a venerdi 11 marzo.
Il lunedì 14 sarà la volta della comunità del Cottolengo, fino a mercoledì 16, poi le Quarantore saranno nella parrocchia Santa Famiglia (fino al 19 marzo, festa di San Giuseppe).
Il lunedì 21 riprenderanno nella parrocchia SS.Crocifisso (fino al 23), quindi nella parrocchia del Sacro Cuore.
Alcuni giorni di pausa, poi dal 31 marzo al 2 aprile Solenni esposizioni eucaristiche in cattedrale, quindi dal 5 al 7 aprile nella parrocchia di San Francesco.
Penultima tappa a San Giuseppe: da giovedì 7 a sabato 9 aprile. Infine da lunedì 11 a mercoledi 13 (santi) nella parrocchia di Santa Lucia.
Le Quarantore sono una della forme di esposizione eucaristica, come ve ne erano tante e varie dal tardo Medioevo in poi. Si può dire che esse furono la forma tipica che l’adorazione solenne del Sacramento prese in Italia verso il principio del sec. XVI. Esse si richiamano in particolare alle 40 ore che Nostro Signore passò nel sepolcro, e forse traggono la loro origine nell’adorazione che si faceva tra il Giovedì santo e il Venerdì Santo davanti alla reposizione del Sacramento, che appunto veniva erroneamente, chiamata Sepolcro. Si cominciò a praticarle a Milano nel 1527, come pio esercizio per scongiurare le calamità belliche del momento, dietro la spinta di Gian Antonio Bellotti, che ottenne che venissero praticate quattro volte in un anno. In tale occasione però il SS. Sacramento non veniva esposto, poiché l’adorazione avveniva davanti al tabernacolo chiuso. È controverso chi abbia per primo incominciato ad esporre per l’occasione il Sacramento, tra speciale rilievo di luci e di addobbi. Sembra che la cosa sia ad ogni modo cominciata a Milano, o nel 1534 per opera di P. Bono da Cremona, barnabita, o nel 1537 per opera del cappuccino P. Giuseppe da Fermo, al quale ad ogni modo va soprattutto il merito, oltre che di aver diffuso la pratica in altre importanti città italiane, di aver disposto che l’esposizione e l’adorazione del Sacramento passasse da una chiesa all’altra nella stessa città, in modo da creare un ciclo completo di adorazione durante tutto un anno (Adorazione perpetua).
A questa pratica furono assegnate le prime indulgenze da Papa Paolo III, ed essa ricevette la prima organizzazione stabile per Milano da S. Carlo Borromeo, nel I Conc. Provinciale del 1565.
A Roma ebbe un grande fautore in S. Filippo Neri, che la prese come una delle principali pratiche di devozione per la sua Confraternita, e la solenne festa esteriore con cui accompagnava la pratica contribuì a fare di lui il padre degli oratori musicali, che tanto decoro artistico diedero alla musica del tempo.
Il Papa Clemente VIII, nel 1592, diede una prima regolamentazione, disponendo che con l’esposizione delle Quarantore, “una catena ininterrotta di preghiere…, ad ogni ora del giorno e della notte, in tutto l’anno” si creasse a Roma. Finalmente Clemente XII, nel 1731, stabilì tutto il cerimoniale con cui si devono praticare le Quarantore con una istruzione che porta il nome di Instusctio Clementina.
Le Quarantore previste dalla Instructio Clementina si devono praticare naturalmente solo in quelle città che hanno molte chiese. La pratica però non tardò ad estendersi anche nei centri minori, almeno come esercizio annuale, specialmente dopo l’avvio che la cosa prese a Macerata nel 1556, per opera di due missionari gesuiti, che volendo ritrarre la gente da uno spettacolo immorale, organizzarono l’esposizione delle Quarantore con particolare solennità. La cosa non solo riuscì, ma contribuì a dare all’esercizio quel carattere di espiazione che riveste particolarmente nei luoghi dove si fa una volta all’anno, e precisamente nel periodo del Carnevale.
Il Papa Leone XIII, nel 1897, estese a tutte le chiese del mondo le indulgenze che alla pia pratica erano state concesse nella città di Roma.
(dal “Dizionario pratico di Liturgia Romana” ed. Studium)