Il messaggio è inserito dentro l'opuscolo della Diocesi dedicato all'Anno Santo, stampato in 10mila copie e distribuito nelle parrocchie

Tre passi nella misericordia: messaggio del vescovo Rodolfo per il Giubileo della misericordia

Tre passi nella misericordia

Tre gradini per incontrare, guardare, stare con e lasciarsi guardare dal volto della misericordia di Dio: Gesù.

E’ il nostro cammino e l’obbiettivo per questo Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco.

La Porta Santa, segno di inizio e di continuità, sarà aperta il 13 dicembre nella Cattedrale di Grosseto, ma lo è da sempre nella casa di Dio.

  • Primo passo è l’ascolto

Dio è misericordia, è misericordioso nel suo essere e nel suo operare; nell’amore che è (cfr 1Gv 4,8) e nei gesti con i quali si manifesta: creando, facendosi uno di noi, cercandoci, dando la sua vita sulla croce e il suo spirito come comunione di vita con Lui.

E’ quanto Papa Francesco proclama nella Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia e ci ricorda continuamente, quasi a volerci dare una scossa forte, di invito consolante.

Ascoltiamo con la meraviglia sorpresa l’annuncio della sua eterna novità (“Eterna è la sua misericordia” Sal 136) su ogni nostra quotidiana fatica, su ogni permanente bisogno, sui nostri vuoti interiori, sui nostri abissi di male e di peccato, sul male che ci colpisce o che si annida in noi, sul male che anche nasce da noi!

Quest’anno ci daranno una mano, in tal senso, iniziative particolari (pellegrinaggi, predicazioni, lectio divina, celebrazioni, momenti di riflessione come potete vedere dal calendario pubblicato in questo libretto), ma possono essere occasioni di ascolto profondo anche tutti i momenti di vita normale, gli incontri, le parole quotidiane, dette e ascoltate in ogni ambito, religioso o meno.

  • Il secondo passo è il silenzio

E’ indispensabile entrare nel silenzio per ascoltare davvero la Parola di Dio o le parole dei fatti.

E’ necessario perché quella e questi siano fecondi in noi.

Possono muovere sentimenti di sorpresa o di noia, di gioia o di dolore, di rifiuto, di inquietudine, di pace.

Diamo tempo!

Rendiamo il nostro animo, ma anche la nostra intelligenza, capaci di osmosi, di discernimento. Di sciogliere ogni grumo di chiusura. Di consolidare i nostri propositi troppo incerti o liquidi; le buone volontà che si arrendono troppo alla svelta e da sole non sanno trovare la via buona per scelte vere; la costanza e la fortezza per vivere permeati davvero di misericordia ricevuta e di vitalità misericordiosa. Di misericordia fatta nostra e divenuta creativa, rigenerante.

La fretta o il chiasso, la paura o la delusione di tanti insuccessi ripetuti e provati non ci scoraggino!

“E’ in giro la grazia del Giubileo!”

Per ognuno è forte, a disposizione. Ci arriva attraverso tante cose appartenenti al primo passo, ma solo il secondo la accoglie, la scopre, la gusta davvero.

Allora, fermiamoci nel silenzio: dopo una lettura, in un incontro, nei frammenti di un dialogo, ogni giorno quindici-venti minuti, un’oretta alla settimana.

Proviamo ed impariamo a “staccare” per un po’…. A stare, a meditare contemplando; vivendo davvero ciò che viviamo, lasciandoci portare dalle braccia forti che il silenzio ci fa scoprire (“Come bimbo svezzato in braccio a sua madre” Sal 131).

  • Il terzo passo è dare realtà alla misericordia

Lasciarsela donare davvero. Da un semplice sguardo, da una parola di “scusa”! Da un accenno di perdono o di voglia di ricominciare.

Lasciamocela ridare dal sacramento della Riconciliazione, dal sacramento che rimette in peccati.

Ma è di nuovo occasione per diventare veri agenti di misericordia (“Siate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro” Lc 6,36).

C’è, prima di tutto, una parola da rimettere in campo: perdono, perdonare, perdonarsi.

Ci sono opere da fare (riparliamo e attualizziamo nell’oggi le opere di misericordia corporale[1] e quelle di misericordia spirituale[2]).

Ci sono debiti da rimettere, ingiustizie da rimediare (e se avessimo la fantasia e il coraggio creativi da dare nome a tutto ciò in casa, nella società, nel lavoro, in Chiesa?)

C’è una verità da restituire alle cose, ai rapporti; una verità da vivere nelle cose e nelle azioni. Nei giorni scorsi Papa Francesco ha avuto parole fortissime, ad esempio, sulla verità di “fare il Natale” e di “fare festa”: è tutto falso se non si opera misericordia, se non ci si disarma e non si opera la pace, ricercando giustizia e uguaglianza di figli nei doveri e nei diritti, anche in quelli che per colpa avessimo perduto[3].

Azioni, gesti, sentimenti e scelte di misericordia da ricevere e da dare, in famiglia, a scuola, nella società, nel lavoro, in parrocchia, in paese…

C’è qualcuno a cui ancora non ho perdonato? Qualcuno verso il quale ho ancora rancore?

Da chi aspetto uno sguardo di misericordia?

E se lo chiedessi? E se me lo lasciassi chiedere nel mio ascoltare e fare silenzio?

 

Vorrei suggerire qualche contenuto pratico a questi tre passi.

  1. Riprendere ad ascoltarsi, guardare la propria vita davanti a Dio misericordioso. Ricominciare a confessarsi, a farlo bene, con regolarità.

 

  1. Scegliere per questo anno e per ogni mese un proposito pratico. Un gesto da compiere in famiglia, un sentimento da coltivare con costanza: dal pregare per l’unione e la conversione del cuore, allo scambiarsi davvero auguri di pace; dal guardare al vicino di condominio con benevolenza, salutando, fino a dare attenzione a chi è in seconda fila, o solo, o “scartato”

 

  1. Dal prendere sul serio impegni e proposte di giustizia, di riconciliazione, di restituzione del bene o della dignità tolta, violata, al riprendere a sognare il bene.

 

Tre passi…chiari, semplici, possibili, a misura di ognuno, ripetibili, in crescita progressiva.

Per non perdere una Grazia: attenti a usufruire di quanto il Giubileo propone (leggere, leggere attentamente, leggere meditando la Bolla) o viene organizzato. Ma anche attenti a riaccendere la fede nello Spirito, che ti suggerisce qualcosa, ti spinge a farlo senza rimandare, ti fa scoprire un bisogno tuo o altrui che ti stimola a non far passare invano una grazia che ora, oggi, ti è data, ti è venuta incontro con i suoi infiniti passi verso di te, in Gesù, volto della misericordia, che non si smentisce, né si ritira mai.

 Jubilate Deo!

+Rodolfo, vescovo

 

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