Vita consacrata

Un ponte con Betlemme per celebrare i 100 anni dei frati minori a Grosseto

Il 20 dicembre il Custode di Terra Santa in città. Un'iniziativa di carità in vista dell'incontro

Il più popolare tra loro è stato senz’altro padre Ugolino Vagnuzzi, il frate giornalista, che ha collaborato con testate nazionali, è stato amico di cantanti e star televisive e che a Grosseto dette un impulso decisivo allo sviluppo dello scoutismo.

Ma in cento anni di presenza sul territorio, tutti i frati francescani che sono passati dal convento posto nel centro storico cittadino hanno lasciato la loro impronta significativa. Ciascuno coi suoi doni, le sue caratteristiche, i suoi carismi pastorali. Per ricordare ciascuno di loro e per celebrare una presenza lunga un secolo, i frati che oggi vivono nel convento di Grosseto e che sono gli eredi di questa storia centenaria, intendono ricordare questo speciale anniversario: i 100 anni dal ritorno dei francescani nel capoluogo maremmano.

Di ritorno, infatti, si deve parlare, perché la presenza francescana a Grosseto affonda le sue radici agli albori del francescanesimo stesso. E’ nel XIII secolo che i primi francescani giunsero nel capoluogo maremmano, all’epoca solo un piccolo centro, andando ad abitare negli ambienti adiacenti la chiesa allora intitolata a San Fortunato, consacrata nel 1289 e donata al Vescovo di Grosseto, nel 1188, da papa Clemente III.

I francescani subentrarono ai Benedettini, che lasciarono Grosseto nel 1220. Poi nel 1621 la chiesa venne riconsacrata e intitolata a san Francesco, da parte del vescovo Francesco Piccolomini. I frati francescani, dell’obbedienza conventuale, abitarono a Grosseto fino alle soppressioni napoleoniche, quando dovettero lasciare questo luogo come accadde in tutta Italia per gli Ordini religiosi maschili e femminili. Per un breve periodo la chiesa venne convertita in infermeria per i lavoratori della bonifica maremma, mentre tra il 1859 e il 1865 funse da cattedrale, mentre quella effettiva – intitolata a san Lorenzo – fu sottoposta a restauri. La chiesa di San Francesco venne riaperta nel 1903 dal vescovo Caldajoli dopo i lavori di restauro iniziati a fine ‘800, mentre si deve al vescovo Gustavo Matteoni, originario di San Miniato, il ritorno di una presenza francescana a Grosseto.

Matteoni, infatti, chiese al Provinciale della Provincia Toscana dei Frati Minori la disponibilità ad aprire una presenza in città. Era il 1924 quando arrivarono i primi frati, che da allora hanno sempre abitato il convento di piazza Indipendenza (oggi piazza San Francesco) e officiato la chiesa, che nel 1949 il vescovo Galeazzi elevò a Parrocchia.

Per celebrare il secolo di presenza, i frati minori hanno pensato ad un segno, che parli al cuore della gente, creando un legame tra Grosseto e Betlemme.

“L’anniversario – dicono fra’ Adriano Appollonio, guardiano del convento e fra’ Lorenzo Gemmi, parroco della comunità San Francesco – è una bella opportunità per riconoscere tutto il bene che questa comunità religiosa ha portato alla Chiesa locale e alla popolazione. La vicinanza di questo centenario al Natale e al Giubileo – continuano – ci porta a pensare alla pace e alla speranza, soprattutto per il Medioriente”.

Per questo, venerdì 20 dicembre, giorno che ricorda l’arrivo dei frati a Grosseto, sarà nel capoluogo maremmano fra’ Francesco Patton, custode di Terra Santa.

“E’ un dono grande – dicono ancora fra’ Adriano e fra’ Lorenzo – perché è la prima volta che un custode viene nella nostra città ed egli ha accettato subito il nostro invito con entusiasmo. Fra’ Patton ci porterà la testimonianza diretta di come in questo momento vivono i cristiani nella terra segnata dal mistero dell’incarnazione, della morte e resurrezione di Gesù, ci parlerà del servizio che i frati, dal ‘300, portano avanti per custodire i luoghi santi e per avere cura delle pietre vive, che sono le persone, di quella terra amata e tormentata”.

Padre Patton sarà a Grosseto nel pomeriggio del 20 dicembre e terrà un incontro pubblico, nella chiesa di San Francesco. L’orario è in via di definizione.

Per dare un segno concreto di vicinanza e di aiuto a quella terra, i frati proporranno un piccolo presepe di ulivo, realizzato da alcune famiglie di Betlemme, oggi in difficoltà economica per l’assenza di pellegrini.

“Abbiamo voluto essere ottimisti – dicono fra’ Adriano e fra’ Lorenzo – e abbiamo ordinato 3mila presepini, che siamo sicuri riusciremo a vendere tutti per poter inviare un contributo in denaro ai nostri fratelli di Terra Santa e che consegneremo il 20 dicembre al padre custode”.

Le iniziative celebrative continueranno, poi, nei mesi prossimi. In particolare, domenica 2 marzo nel chiostro verrà inaugurata una mostra fotografica dedicata alla storia e all’arte del convento mentre domenica 4 maggio festa nel chiostro. Durante l’estate, infine, altri eventi artistici, culturali e spirituali, sempre nel chiostro, in via di programmazione.

Le iniziative godono del patrocinio della Diocesi e del Comune di Grosseto.

“La città – sottolineano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alla Cultura Luca Agrestiè qualcosa che va oltre la somma di case, attività commerciali, luoghi di ritrovo, vie e parchi. Non a caso la parola migliore per racchiudere il senso del territorio è comunità. E nella comunità, nella nostra comunità, che incarna non solo le persone e le cose, ma il senso comune, solidaristico, fraterno che si sviluppa con l’aiuto del tempo e di sani princìpi, i francescani hanno avuto, hanno e avranno un ruolo importante. Siamo quindi lieti di sostenere questa bella e importante iniziativa che, ne siamo certi, vedrà una grande e fiera partecipazione”.

 

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