Ad un anno dalla morte un libro su don Enzo Mantiloni

Domenica 7 aprile la presentazione all'antico frantoio di Caldana (ore 18.30) preceduta dalla Messa (ore 17)

Il 7 aprile 2023 moriva il sacerdote don Enzo Mantiloni (Castel del Piano 23 agosto 1945-Grosseto 7 aprile 2023).
Ad un anno esatto dalla morte, domenica 7 aprile, la comunità parrocchiale di Caldana, che ha guidato paternamente per oltre 25 anni, lo ricorderà con due momenti:

  • ore 17.00 S. Messa, presieduta dal vescovo Giovanni, nella chiesa di San Biagio, a Caldana;
  • ore 18.30 presentazione del libro “don Enzo Mantiloni. Uomo e sacerdote”, a cura di Fabiana Cati (Innocenti editore), presso l’antico frantoio.

Cresciuto in una famiglia modesta (il babbo mezzadro, la mamma custode della cosiddetta “chiesa piccina” nella Parrocchia dell’Arcipretura del paese), quando era ancora bambino si trasferì con la famiglia nella piana maremmana, tra Ribolla e Pian del Bichi, dove il babbo Rio si vide assegnato un appezzamento di terra con la riforma fondiaria. E il germe della vocazione sbocciò proprio in quegli anni. “Ricordo – raccontava quasi divertito – che, bambino di 6-7 anni, andavo ogni tanto nella sacrestia della chiesetta di cui mamma era custode, e rivestito di due piccoli “tappeti” tenuti insieme con due spilli a mo’ di pianeta, “dicevo messa” su un tavolinetto”. Arrivati in Maremma, ogni domenica la famiglia Mantiloni raggiungeva a piedi la chiesa di Montemassi e il piccolo Enzo serviva Messa al parroco, don Emilio Renzi, che poi, finita quella celebrazione, caricava Enzo sulla Vespa e lo portava con sé in una chiesetta patronale a Pescaia, dove il chierichetto gli serviva di nuovo Messa. Don Emilio intuì in lui una predisposizione alla vita di fede. E fu proprio il parroco, al termine delle scuole elementari, ad aiutare Enzo a entrare nel Seminario minore di Grosseto preparandolo anche all’esame di ammissione. Finite le medie, il giovane Enzo si trasferì al Seminario regionale di Siena. Nel frattempo la famiglia si era trasferita a Braccagni e il giovane seminarista perse prematuramente il babbo. “Mi furono di aiuto, in quegli anni, sia spiritualmente che economicamente – raccontava – il mio parroco, don Giorgio Gaggioli, e il rettore del Seminario diocesano don Umberto Ottolini”. Ordinato prete da papa Paolo VI il 17 maggio 1970, don Mantiloni fu dapprima vice parroco a Porto Santo Stefano. Nel 1972 fu mandato parroco, ad appena 27 anni, ad Arcille. Ci rimase vent’anni. Nel 1992 il vescovo Scola lo volle parroco a Grosseto, nella comunità della Santa Famiglia, mentre nel 1995 il vescovo Babini gli affidò la Parrocchia di Caldana, dove è rimasto fino alla morte

Oltre che nelle parrocchie, il suo sacerdozio si sviluppò anche nel campo della sofferenza, tra i malati, grazie all’esperienza del Cvs (centro volontari della sofferenza).

“Il cristianesimo – era solito dire – è la religione della resurrezione e quindi della gioia, non dei musi lunghi. Troppe volte ci fermiamo al venerdì santo, ma non riusciamo a contemplare Cristo risorto”.

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