Sabato 7 maggio l'iniziativa a Grosseto, dove è nata la rete tra soggetti pubblici e privati

Anche la Caritas tra i promotori della Slotmob Fest per dire no al gioco d’azzardo e alle slot machine

Sostenere gli esercizi commerciali che non ospitano slot machine e sensibilizzare i cittadini contro il gioco d’azzardo: è con questi obiettivi che una serie di soggetti, pubblici e privati – tra cui la Caritas diocesana – aderiscono, sabato 7 maggio, alla Slotmob Fest, l’iniziativa lanciata dal movimento Slotmob alla quale hanno già aderito oltre 50 città italiane.
Anche Grosseto, quindi, farà la sua parte con una serie di appuntamenti che animeranno, per tutta la mattina di sabato, il centro storico cittadino. Obiettivo dell’evento non è solo quello di attirare l’attenzione su una vera e propria piaga sociale, spesso sottovalutata, ma anche lanciare un appello ad associazioni, rappresentati del Terzo settore ed esercenti perché entrino a far parte di una rete territoriale che possa promuovere azioni e fare prevenzione durante tutto l’anno.

I soggetti promotori dell’iniziativa

Soggetti pubblici, come il Coeso Società della Salute dell’area grossetana e l’Azienda sanitaria Toscana Sudest attraverso l’unità funzionale dipendenze, Caritas diocesana, cooperative sociali come Uscita di Sicurezza, Solidarietà è Crescita e Unicoop Tirreno, associazioni come Altracittà, Ceis, Bandus, circolo Arci Khorakhanè e Umanità nuova, esercizi commerciali come il Comix Cafè e il circolo bocciofilo di via Manetti.
L’idea è quella di fare rete per condividere le esperienze già fatte e mettere a frutto alcune buone pratiche individuate, per effettuare azioni informative e di prevenzione realmente efficaci.
La collaborazione tra questi soggetti è nata lo scorso anno, in occasione di un progetto promosso dal Liceo economico e sociale “Rosmini” di Grosseto: attraverso un programma di attività rivolto agli studenti delle scuole secondarie inferiori e superiori si è avuta coscienza dell’estensione del fenomeno e dell’importanza del coinvolgimento dei ragazzi, primi e più efficaci educatori dei loro coetanei.

Il programma del 7 maggio

Si inizia alle 8.30 con una colazione insieme nei bar che hanno detto “no” alle slot machine. L’idea, infatti, è quella di premiare, attraverso il consumo, gli esercizi commerciali che non accettano di vendere i prodotti dell’azzardo. Dalle 9 al Comix Cafè di piazza San Michele, giochi da tavolo insieme agli animatori dell’associazione Bandus, e al circolo bocciofilo di via Manetti, torneo di bocce e giochi di squadra seguiti da un istruttore qualificato. Alle 11.30 in piazza Duomo flash mob degli studenti di alcuni istituti grossetani; alle 12 conclusioni in piazza San Michele e aperitivo nei locali virtuosi della città. La manifestazione Slotmob Fest ha, inoltre, l’obiettivo di chiedere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella una presa di posizione autorevole contro il gioco d’azzardo, perché il Governo e il Parlamento agiscano per avviare un confronto democratico su questo tema: chi vorrà, infatti, potrà firmare una lettera indirizzata al Presidente.

Come fare per aderire alla Rete

Chi fosse interessato ad aderire alla rete grossetana contro il gioco d’azzardo e volesse partecipare ai prossimi incontri per programmare attività può inviare una email a: info@coesoareagr.it

“L’economia del gioco d’azzardo è improduttiva e lo Stato si è legato le mani da solo, dandola in concessione. Eppure molto si può ancora fare per arginare il problema delle ludopatie”, sostiene il vice direttore della Caritas, Luca Grandi. Dall’inizio del 2015 ad oggi sono state 14 le persone vittime del gioco che si sono rivolte ai Centri di ascolto Caritas per risolvere la loro situazione debitoria anche se Caritas ha avuto evidenza del fenomeno già anni fa.  “Li sostenevamo economicamente, perché erano indebitati, poi li affiancavamo nel risolvere la loro dipendenza. Abbiamo infine capito che l’approccio deve invece essere inverso: se non si ricostruiscono le relazioni familiari e si rimane ostaggi del gioco, è inutile anche pensare a piani di rientro dai debiti. Si torneranno a prosciugare i conti correnti e a vendere i gioielli di famiglia…”.

Caritas, infine, non smette di chiedere alle Amministrazioni di porre limiti al numero di macchinette, distanza da zone sensibili, riconoscimento della responsabilità dei concessionari quando c’è una patologia da curare. “Possiamo poi lavorare molto sulla prevenzione e sull’educazione. Ci risulta che alcuni ragazzi inizino a scommettere già a 12 anni: online, dove è più difficile verificare la maggiore età dei giocatori. Nelle scuole spieghiamo loro che l’unico a vincere è il banco e che la vita si affronta contando sul proprio lavoro, non sperando in un colpo di fortuna che non arriverà mai”, conclude Luca Grandi.

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