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Con p. Benanti si parla de “Il crollo di Babele. Una lettura del mondo digitale”

Giovedì 8 giugno, ore 18, presso la Parrocchia Madre Teresa

“Il crollo di Babele. Una lettura del mondo digitale”.

Letta così pare una impostazione “catastrofica”, quella attorno alla quale ruoterà l’incontro con p. Paolo Benanti, che di tutto ciò che attiene al digitale e all’intelligenza artificiale, con le sue implicazioni etiche, culturali e antropologiche, è uno dei massimi esperti al mondo.

Il racconto biblico di Babele è ben noto a tutti: “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: “Venite, facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco”. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: “Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra”. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra”. In altre parole, è ciò che Maria dirà nel Magnificat: “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”. Il rischio, infatti, che tutti intravediamo nelle nuote tecnologie e nell’intelligenza artificiale è che tenti di fare ciò che non riuscì agli uomini del racconto biblico costruendo la torre: essere come Dio, sostituirsi a Lui.

Potenzialità e rischi: è probabilmente questo lo sguardo più ampio per prendere coscienza di come l’intelligenza artificiale può servire l’uomo e non servirsene. Di questo parlerà, appunto, padre Benanti, che sarà a Grosseto giovedì 8 giugno, dove alle ore 18 nei locali della parrocchia Madre Teresa di Calcutta (via Stati Uniti d’America, 100), terrà un incontro aperto a tutti e al quale sono particolarmente invitati gli operatori pastorali, i catechisti, gli educatori, gli animatori di gruppi giovanili, i responsabili delle aggregazioni laicali, chi opera nel campo dell’istruzione, perché il tema coinvolge le tante agenzie educative, ma coinvolge in primo luogo gli adulti, che spesso sono impreparati a gestire, anche per se stessi, l’evoluzione così repentina della tecnologia.

La mattina di venerdì 9 giugno p. Benanti terrà un incontro con il clero diocesano, sempre presso la parrocchia Madre Teresa.

Chi è p. Benanti

Francescano del Terzo Ordine Regolare, teologo, p. Paolo Benanti è romano. Ha 50 anni e si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie. In particolare i suoi studi si focalizzano sulla gestione dell’innovazione: internet e l’impatto del Digital Age, le biotecnologie per il miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie. Come scrive lui stesso, “cerco di mettere a fuoco il significato etico e antropologico della tecnologia per l’Homo sapiens: siamo una specie che da 70.000 anni abita il mondo trasformandolo, la condizione umana è una condizione tecno-umana…”. Presso la Pontificia Università Gregoriana ha conseguito nel 2008 la licenza e nel 2012 il dottorato in teologia morale. La dissertazione di dottorato dal titolo «The Cyborg. Corpo e corporeità nell’epoca del postumano» ha vinto il Premio Belarmino – Vedovato. Dal 2008 è docente presso la stessa Università Gregoriana, presso l’Istituto Teologico di Assisi e al Pontificio Collegio Leoniano ad Anagni. Oltre ai corsi istituzionali di morale sessuale e bioetica si occupa di neuroetica, etica delle tecnologie, intelligenza artificiale e postumano. Ha fatto parte della Task Force Intelligenza Artificiale per coadiuvare l’Agenzia per l’Italia digitale. È membro corrispondente della Pontificia accademia per la vita con particolare mandato per il mondo delle intelligenze artificiali. A fine 2018 è stato selezionato dal Ministero dello sviluppo economico come membro del gruppo di trenta esperti che a livello nazionale hanno il compito di elaborare la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain.

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