La distribuzione ad opera di Banco Building, onlus che raccoglie da aziende materiale da donare a realtà del volontariato

Dai padiglioni smantellato di Expo 6mila piatti alla Diocesi per attività ricreative e di carità

Ben 6mila piatti tra quelli utilizzati durante Expo 2015 nei padiglioni di vari Paesi sono stati consegnati alla diocesi di Grosseto per un utilizzo in ambito sociale e caritativo. I piatti sono stati consegnati nei giorni scorsi e attualmente sono stoccati all’interno del Seminario vescovile, in attesa di essere distribuiti fra parrocchie e associazioni di volontariato cattolico che ne avranno bisogno.

Ad occuparsi del recupero e della distribuzione del materiale utilizzato per Expo è Bando Building, onlus nata nel 2008 e che, da un lato raccoglie le richieste di opere di carità e missionarie e, dall’altro, ricerca aziende disposte a donare i beni di cui le opere hanno bisogno: da mattoni a piastrelle e rivestimenti; da sanitari a materiale elettrico, a tubature per l’acqua, porte e finestre, badili, picconi, seghe, impastatrici, arredi e complementi, solo per fare qualche esempio.

I beneficiari possono essere solo opere di carità e missionarie o organizzazioni senza scopo di lucro.

La Diocesi di Grosseto ha fatto richiesta di poter usufruire dell’eventuale distribuzione di materiale recuperato da Expo, per consentire a parrocchie e realtà associative che promuovono attività con i bambini e i giovani (dai GrEst ai campi estivi), con gli anziani, nel campo della carità o delle attività ricreative di poter beneficiare di materiale in buono stato con cui sostituire o potenziare quello già in loro uso. E’ così, dunque, che la Diocesi è rientrata nell’elenco delle realtà cattoliche italiane (parrocchie, opere missionarie, comunità di recupero, cooperative, istituti religiosi, oratori) a cui sono stati distribuiti ben 40mila piatti.

Il valore dell’operazione è duplice: da un lato evitare che materiali, arredi, attrezzature utilizzati dai singoli Stati durante Expo 2015 fossero distrutti o sprecati; dall’altro avviare un’iniziativa per il loro recupero e il loro riuso, così da sostenere parrocchie e realtà aggregative che non potrebbero sostenere le spese necessarie a rinnovare o aumentare le stoviglie a disposizione per le loro attività di carità o di socializzazione.

Da Expo, in realtà, non è molto il materiale che è stato possibile recuperare al termine dello smantellamento dei padiglioni. Molti Paesi, infatti, hanno riportato in patria il materiale utilizzato, in altri casi è stato rivenduto, ma quel è che stato possibile recuperare può diventare strumento per continuare a riaffermare la logica del cibo come nutrimento indispensabile per il sostentamento del nostro corpo, ma anche per la crescita della persona come individuo in relazione.

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