Momenti di formazione serale e negli ultimi tre giorni anche momenti di intrattenimento sul sagrato della chiesa

Dal 18 al 27 settembre la 53^ Festa di S.Lucia in un format inedito

La 53^ Festa di Santa Lucia si farà.

Non sarà, tuttavia, la festa consueta. Prima di tutto per il luogo: non sarà Nel parco «p. Vittore Lino Parri», ma negli spazi del sagrato e del lungo corridoio che costeggia il lato destro della chiesa di via Pirandello.
Non ci saranno bar e ristorante o i grandi spettacoli, ma sarà festa. Ne sono convinti il parroco p. Francesco Borri e i componenti del direttivo dell’associazione Santa Lucia, che richiamano quanto era solito dire p.Vittore, l’inventore dell’iniziativa: «Fare festa per fare festa». Un approccio che diventa ancor più significativo in questo anno così articolare. «Cogliere i segni dei tempi – scrivono parroco e direttivo in una lettera aperta alla comunità parrocchiale – ci ha indotto a pensare un modo nuovo, del tutto insolito nei risvolti pratici, che tuttavia potesse rappresentare un luogo di speranza e gioia per la comunità tutta».

«Nei mesi scorsi – è scritto ancora – ci siamo interrogati come associazione
Santa Lucia, con p. Francesco, sul da farsi. Ci siamo domandati sull’opportunità di realizzarla nonostante la situazione, concludendo che, comunque, abbiamo davvero bisogno di questo segno che da oltre mezzo secolo caratterizza la nostra comunità»
. E così la 53^ Festa di Santa Lucia si
aprirà venerdi 18 settembre con la processione in onore della patrona

(ore 21.15), che, partendo da via Pirandello, attraverserà il parco P.Parri, viale Uranio, via Argento, via Mercurio per rientrare di nuovo in via Uranio e imboccare via Rovetta, poi via Giusti, via Pirandello e concludere
in chiesa. «La festa – continuano – ha sempre rappresentato quel momento di “comunità in uscita” in cui, nel convenire di tante persone, si è dato vita, non senza difficoltà, ma sicuramente sempre con entusiasmo, ad un luogo di incontro. Ci conforta in questo il recentissimo documento sulla vita delle parrocchie, laddove viene richiamato l’imperativo per una comunità parrocchiale, in un contesto dove “le relazioni interpersonali rischiano di dissolversi nel mondo virtuale senza impegno né responsabilità verso iproprio contesto relazionale”.»

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