Iniziative di preghiera e di approfondimento della figura del Pontefice che sarà canonizzato il 14 ottobre. Ecco il programma

Dal 5 all’8 ottobre a Grosseto la peregrinatio delle reliquie del Beato Paolo VI

Saranno quattro giorni intensi di preghiera, di approfondimento culturale, di incontri quelli che la Chiesa di Grosseto offrirà dal 5 all’8 ottobre, quando la Città accoglierà alcune reliquie del beato Paolo VI, che il 14 ottobre Francesco proclamerà santo.

La Diocesi di Grosseto, attraverso la venerazione di alcune reliquie a lui appartenute, avrà modo di prepararsi al dono della canonizzazione del Pontefice che ha segnato, col suo apostolato, un tratto significativo della storia recente della Chiesa e la cui figura ha ancora bisogno di essere indagata e conosciuta meglio.

L’iniziativa è promossa dell’ufficio diocesano missionario, diretto da don Claudio Piccinini, che ha, così, inteso inaugurare il mese missionario incentrandolo sulla figura del Pontefice al quale, fra i tan-ti meriti, va ascritto anche quello di una apertura internazionale al ministero petrino. Restano impressi nella memoria di molti, infatti, i viaggi che Paolo Vi, da “pellegrino di pace e carità” in Terra Santa, in India, all’Onu, in Turchia, in Uganda, nelle Filippine, nelle Isole Samoa, in Australia, a Fatima, in Colombia a Ginevra. Viaggi accompagnati spesso da gesti che sono entrati nella storia, a partire dall’abbraccio col patriarca ortodosso Atenagora, oppure l’appello alle Nazioni Unite perché cessasse nel mondo ogni tipo di guerra, o ancora la visita alle bidonville di Manila. Un Papa missionario, dunque, che per primo, dopo secoli, uscì dall’Italia e che non solo compì viaggi apostolici per portare la vicinanza del vicario di Cristo a tutti i popoli, ma ha lasciato anche documenti che hanno offerto contenuti importanti alla dimensione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa.

Le reliquie che sosteranno quattro giorni a Grosseto provengono dalla diocesi di Albano Laziale e una da Nomadelfia.

“Si tratta – spiega don Piccininidi un frammento di talare del Pontefice, di un Evangeliario, di due stole e un biglietto autografo del Papa al suo ex segretario Mons. Bossi. Sono tutte reliquie che rimandano alla missione che questo straordinario Pontefice ha svolto nella Chiesa in tutti i compiti che lo hanno visto coinvolto e che hanno raggiunto il punto più alto negli anni del suo Pontificato, anni complessi perché attraversati dai profondi cambiamenti che dal ’68 in poi hanno interessato tutta la società, ma anche entusiasmanti. Basti pensare al Concilio Vaticano II, che proprio Paolo VI condusse a termine. Pregare davanti alle sue reliquie – continua il sacerdote – e riscoprire i tratti più significativi della vita e della personalità di Paolo VI significherà rimettere a fuoco un periodo della storia della Chiesa molto importante e ringraziare il Signore di aver donato al mondo Pontefici santi e di grande profondità e visione profetica”.

 

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