Dalla prima di Avvento il Nuovo Messale nelle Parrocchie: 5 domande e 5 risposte e sei brevi video

Domeica 29 novembre, prima domenica di Avvento, in tutte le Parrocchie della Toscana le comunità inizieranno ad utilizzare il nuovo Messale

1.Ma che cos’è il Messale?

E’ il libro liturgico per la celebrazione dell’Eucaristia, che contiene i testi, le preghiere e le norme per la celebrazione della Messa, tranne le Letture contenute nei Lezionari e la preghiera dei fedeli che troviamo nell’Orazionale, che ci giunge anch’esso rinnovato e ampliato insieme al Messale Romano.

Il Messale è come un invito alle Nozze. «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio» (Mt 22,2). «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo» (Mt 25,1). Noi siamo nella storia coloro che attendono lo Sposo che è Cristo; siamo gli invitati radunati dai crocicchi delle strade, siamo la sposa, cioè la Chiesa, che Il Signore si è acquistata e ha reso bella senza macchia ne ruga e che fino all’ultimo giorno dice con lo Spirito: «Vieni Signore!» (cf. Ap 22,17).

2. Cambia il rito della Messa?

No. Continueremo a celebrare lo stesso rito promulgato da San Paolo VI come primo frutto del rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II. Nel corso degli anni, però, i Sommi Pontefici hanno continuato quell’opera di continua riforma, di arricchimento e adeguamento dei testi e delle preghiere contenute nel Messale. Quello che riceviamo è la traduzione italiana dell’edizione latina del Messale promulgata da San Giovanni Paolo II.

3. Possiamo dire che il Messale è il libro che aiuta non solo il sacerdote che presiede, ma tutta l’assemblea a celebrare degnamente l’Eucaristia?

Il Messale è la base, affinché tutta la comunità celebri l’Eucaristia in un senso attuale, porti cioè la ricchezza di questo rito, di questa storia, di questa tradizione, di questa esperienza di Chiesa nell’oggi che vive. Giustamente, non è solo il libro del sacerdote, perché nell’Eucaristia tutti siamo coinvolti ed è l’assemblea, corpo del Cristo, che prende parte all’azione del Signore Gesù: è lui il protagonista della Liturgia! Colui che presiede (Vescovo o presbitero) ne sfoglia le pagine, ma chi mette in atto lo “spartito” in esso contenuto è tutta l’assemblea.

4. Che valore ha questa riconsegna ad ogni comunità parrocchiale?

Col Messale ci viene riconsegnato ciò che san Paolo dice scrivendo ai cristiani di Corinto:

“Ciò che ho ricevuto dal Signore l’ho trasmesso a voi. E cioè: nella notte in cui fu tradito Gesù prese il pane e disse: Questo è il mio corpo; prese il calice e disse: Questo è il mio sangue. Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo di questo calice, noi annunciamo la morte del Signore finché Egli venga”.

Questo è il senso di una trasmissione, di una tradizione, dove ci viene consegnato anzitutto un annuncio, il Vangelo di salvezza, e l’esperienza – qui, oggi, per noi – del dono della vita del Figlio di Dio, morto e risorto per noi. Il Messale, con il suo rito e la sua ricchezza ci permette, celebrando insieme la liturgia, di partecipare a quella Cena, a quel mistero, a quel banchetto, a quella vita nuova del Regno di Dio.

https://studio.youtube.com/video/hF3upTdB6io/edit

5.Una nuova traduzione come occasione per riscoprire il dono di celebrare e imparare sempre meglio l’arte del celebrare che diventa arte del credere e del vivere?

Accogliamo di nuovo l’invito del Concilio ad una partecipazione piena, cosciente e attiva di tutti, così come chiede la natura stessa della liturgia, secondo il diritto e il dovere del nostro battesimo (Sacrosanctum Concilium 14).

Le novità per l’assemblea

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