Aveva 93 anni, da 72 era religioso e da 68 sacerdote. I funerali sabato 25 marzo a Firenze. Lunedì 27 alle 18 Messa di suffragio a santa Lucia

E’ morto il frate cappuccino p. Valentino Vuga, da 15 anni a servizio della parrocchia di santa Lucia

La Diocesi di Grosseto, in comunione con i Frati Cappuccini della Toscana, annuncia la morte di p. Valentino Vuga, avvenuta all’alba di oggi nell’infermeria provinciale dei Cappuccini a Firenze, dove era stato accolto da poco meno di due mesi dopo un ricovero all’ospedale di Grosseto.

P. Valentino aveva 93 anni, compiuti proprio ieri, da 72 era frate cappuccino e da 68 sacerdote. In queste date è racchiuso tutto il senso di una vita spesa per Cristo e per la Chiesa attraverso il carisma francescano.

I funerali saranno celebrati domani, sabato 25 marzo, alle 15 nella chiesa dei Cappuccini a Firenze. Poi la tumulazione nel cimitero cittadino di Trespiano, dove i frati svolgono servizio e ai quali è riservato un lotto. Lunedì 27 marzo alle 18 nella chiesa di santa Lucia la comunità parrocchiale celebrerà una Messa in suffragio del religioso.

Tratti biografici

P. Valentino era nato a Savona d’Isonzo (Gorizia), sul confine orientale, il 23 marzo 1924. Il 28 giugno 1941 aveva vestito il saio cappuccino iniziando l’anno di noviziato e il 29 giugno 1945 aveva emesso la Professione perpetua nell’Ordine minoritico. Infine, il 12 marzo 1949 era stato ordinato sacerdote.

A Grosseto era giunto quindici anni fa, inviato dai suoi superiori nella parrocchia di santa Lucia come vice parroco. E la sua è stata una presenza mite, zelante, impegnata all’interno della comunità parrocchiale e della Chiesa grossetana. Si può dire che quello di p. Valentino fu un ritorno, perché in qualche modo maremmano egli lo era diventato molti decenni prima. Nel 1932, infatti, assieme alla mamma e alla sorella era arrivato a Grosseto per seguire il babbo che aveva trovato lavoro qui. Presto dal capoluogo la famiglia Vuga si trasferì a Talamone, dove al padre avevano assegnato la cura della casa cantoniera.

Quando raccontava la sua vocazione, p. Valentino era solito sottolineare la particolarità con la quale era nata. Dotato di intelligenza viva e portato per lo studio, finite le scuole elementari i genitori scelsero di fargli proseguire gli studi dai Cappuccini a Poppi, in Casentino, dove già erano alcuni suoi coetanei. Finite le Medie, i suoi familiari lo raggiunsero a Poppi per riportarlo in Maremma, ma il giovane Bruno (questo il suo nome di battesimo) quasi si impuntò. La permanenza tra i frati gli aveva fatto scoprire la vocazione e il desiderio di seguire la loro vita. I genitori dovettero cedere e Bruno restò in convento. Aveva 12 anni, avrebbe rivisto i genitori undici anni dopo, a 23, quando i superiori lo inviarono, ormai giovane frate, al convento di Arcidosso per aiutare i confratelli nelle celebrazioni pasquali. Lì c’era un frate da cerca che era solito raggiungere anche la piana maremmana. Valentino lo seguì in calesse e raggiunse Grosseto, poi con un autobus arrivò dai genitori.

Una volta ordinato sacerdote p. Valentino continuò a studiare. Fu, infatti, inviato a Roma per lo studio del diritto canonico alla Gregoriana e alla Lateranense. Terminati gli studi iniziò la sua missione nell’Ordine e nella Chiesa, sempre in ruoli di responsabilità. Fu a Pisa coi giovani studenti cappuccini, poi a Viterbo come insegnante allo studentato interprovinciale, quindi a Siena rettore del liceo, poi ad Arezzo, da lì all’eremo delle celle di Cortona, quindi all’eremo della Maddalena a Montepulciano come maestro di noviziato. Fu poi inviato come guardiano all’eremo francescano di Montecasale, sopra Sansepolcro, e infine, quindici anni fa, il ritorno a Grosseto, dove con impegno, entusiasmo e sempre col sorriso si è dedicato alla vita della comunità parrocchiale, spendendosi nell’ascolto delle confessioni, nella visita ai malati e agli anziani, nella catechesi, nell’animazione della Caritas e del centro Diamoci una mano.

Nel 2014 festeggiò, insieme ai ragazzi che celebravano la Promessa della Gioventù Francescana, i suoi 90 anni di vita e i 65 di sacerdozio. Fu un momento bello per la parrocchia e per lui. “Ringrazio Dio perché si è servito delle mie debolezze – disse in quella circostanza – Io ho fatto quel che potevo, pur sapendomi fraglie, ma ho sempre avuto in me un grande ottimismo e l’entusiasmo per la vita”.

Il vescovo Rodolfo, raggiunto dalla notizia a Loreto, dove guida il pellegrinaggio regionale dei giovani Unitalsi, esprime vicinanza all’Ordine dei Cappuccini “unitamente – dice – al ringraziamento per il dono che p. Valentino è stato davvero per la Chiesa di Grosseto e in modo particolare per la parrocchia di santa Lucia. Frate radicato nella sua vocazione, sacerdote zelante, ci testimonia con la sua vicenda umana la bellezza di una vita donata e convintamente portata avanti nelle scelte che l’hanno sorretta e resa feconda di bene”.

condividi su