Per loro un'esperienza a diretto contatto con varie forme di povertà proprio nel momento in cui prende il via il percorso verso il Sinodo dei giovani

Ecco gli otto nuovi giovani che oggi iniziano il servizio civile in Caritas

Si chiamano Niccolò, Ana Maria, Riccardo, Marcela Isabel, Alessandro, Valentina, Matteo e Francesca, hanno tra i 19 e i 25 anni e sono gli otto giovani selezionati dalla Caritas diocesana di Grosseto per svolgere otto mesi di servizio civile regionale nelle proprie strutture e servizi.

Niccolò Maffei ha 22 anni, è di Grosseto ed è diplomato; Ana Maria Hritcu ha 19 anni, vive nel capoluogo maremmano e si è diplomata a luglio; Riccardo Lunghi è, insieme a Francesca Sposito, il più grande del gruppo: entrambi hanno 25 anni. Riccardo è diplomato, Francesca ha conseguito la laurea in Scienze del servizio sociale. Marcela Isabel Pennacchi viene, invece, da Fonteblanda, ha 20 anni ed è diplomata. Sono di Grosseto, infine, Alessandro Baraldi 24 anni, Valentina Biagiotti, 23 anni e Matteo Lucatelli, 20 anni, tutti con un diploma.

Ciascuno di loro, nel corso del servizio civile, sarà impegnato alla mensa dei poveri e al centro di accoglienza (vestiario, docce ecc…) in via Alfieri; all’Emporio della solidarietà di via Pisa e con i minori accolti all’Istituto santa Elisabetta di via Ugo Bassi; nel progetto Famiglie solidali e saranno coinvolti in 40 ore di formazione anche a livello regionale.
Sono stati selezionati nel corso dei colloqui attitudinali che si sono svolti il 3 febbraio scorso presso il centro giovanile diocesano “Frassati” tra 55 candidati.

Fra loro anche alcuni giovani migranti ospiti dei centri di accoglienza, a cui il bando della Regione Toscana dava la possibilità di partecipare. Il 20 febbraio è stata resa nota la graduatoria e, concluse le procedure necessarie, da oggi iniziano il percorso di otto mesi nell’ambito del progetto Giovansì.

I ragazzi selezionati percepiranno un contributo mensile di 433,80 euro.

Per presentare domanda occorreva avere un’età compresa fra i 18 e i 29 anni e trovarsi nella condizione di essere inoccupati, inattivi o disoccupati.

Tra le Caritas della Toscana quella di Grosseto si è confermata, nel rapporto tra domande e posti disponibili, tra le più scelte dai ragazzi, rispetto agli enti che sul territorio accolgono giovani per il servizio civile.

“A questi otto giovani – dice il vescovo Rodolfo, che della Caritas è presidente e che questa mattina li ha incontrati – do il benvenuto ricordando loro che prestare servizio in Caritas ha un significato importante. La Caritas infatti non è un ente erogatore di servizi per i poveri, ma un luogo dove, attraverso il servizio alle tante e differenti forme di povertà, ci si mette a scuola del Vangelo. E’ Cristo che ci dice che ogni volta che abbiamo servito una persona nel bisogno abbiamo servito Lui. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo, perché la carità non è l’esercizio di opere buone, ma l’amore che si fa concretezza nella carne viva di chi versa in una situazione di bisogno. Questi giovani si troveranno davanti, ogni giorno per otto mesi, persone di varia provenienza e nazionalità, con storie differenti, a volte molto dolorose: sappiano che ciascuno di quei poveri che busserà alla Caritas sarà per loro un segno”.

Il Vescovo ha posto l’accento anche sul fatto che gli otto giovani grossetani iniziano il servizio civile alla vigilia della Domenica delle Palme, che è anche Giornata mondiale della gioventù, che segna l’avvio del percorso di ascolto, confronto, dialogo di tutta la Chiesa in vista del Sinodo dei giovani.
Luca Grandi, che ha iniziato molti anni fa il suo percorso in Caritas come obiettore di coscienza, coordina ormai da tempo l’accoglienza e l’inserimento dei giovani del servizio civile. Insieme ad altri operatori ha effettuato i colloqui attitudinali per selezionare gli 8 giovani e ora si appresta a favorirne l’inserimento nei vari servizi.
“Ogni volta – commenta il vice direttore di Caritas – quando ripartiamo con un nuovo gruppo di giovani è sempre un’emozione e una responsabilità che si rinnovano. Siamo felici che ogni volta ci siano tanti ragazzi fra cui scegliere, perché significa che Caritas è ai loro occhi una realtà affidabile e credibile per un giovane che voglia vivere un’esperienza formativa in grado di incidere davvero sulla propria crescita. Le forme di disagio e di bisogno sul nostro territorio sono ormai da tempo in continua crescita e anche in trasformazione, per cui misurarsi con Caritas significa davvero volersi mettere in gioco dal profondo”.

Per don Enzo Capitani “l’investimento che Caritas fa da anni sui giovani non è per riempire dei vuoti o delle carenze, ma per regalare loro un’opportunità. In questi anni ho visto ragazzi partire titubanti e concludere profondamente cambiati dentro anche nel modo di guardare le persone, non solo come poveri a cui dare qualcosa, ma esseri umani di cui custodire prima di tutto la dignità. Questo è l’augurio che faccio agli otto nuovi giovani che stanno iniziando questo percorso con noi”.

condividi su