Pastorale

Il vescovo Giovanni indice un anno pastorale sull’Eucaristia “e su e tutte le felici conseguenze ed impegni che essa chiede a ciascuno di noi”

"Prepariamoci a fare questo cammino insieme, accompagnati dalle parole del racconto dei discepoli di Emmaus: lo riconobbero dello spezzare il pane."

Un anno pastorale che avrà al centro l’Eucaristia, da riscoprire, da approfondire, da celebrare.

Lo ha annunciato il vescovo Giovanni giovedì 9 giugno presiedendo, nella cattedrale di San Lorenzo, la Messa solenne del Corpus Domini.

Tanta gente anche quest’anno ha preso parte alla celebrazione, nel corso della quale il Vescovo ha insediato anche tre nuovi canonici nel Capitolo della Cattedrale.

E proprio dalla processione eucaristica, che segue la Messa, è voluto partire, nella sua omelia, il vescovo Giovanni, indicandola come “prolungamento della liturgia eucaristica stessa”.

“L’espressione Corpus Domini – ha evidenziato – racchiude tutto ciò che stiamo celebrando” e, riferendosi al Vangelo di Giovanni e ai versetti della Lettera di Paolo ai Corinti proclamati nella liturgia della Parola, ha invitato i presenti a far sì che fossero le parole capaci di accompagnare la processione stessa. “Quel pane e quel vino consacrati – ha, infatti, rimarcato – non sono un vago segno di comunione, ma una realtà vera, tanto che sarà di difficile comprensione non per i contemporanei di Gesù, ma per l’umanità di sempre. La tentazione – ha avvertito – è infatti quella di ridurre l’Eucaristia a un simbolo… No, l’Eucaristia è il corpo del Signore Gesù Cristo, per volontà sua, non certo per scoperta nostra, né, tantomeno per azione nostra!”.

Su questo aspetto il Vescovo ha insistito profondamente: “L’Eucaristia non è un vago ricordo o un vago segno che non è pieno di realtà, ma una realtà profonda, che serve per entrare nella comunione vera con Gesù, che si prolungherà per la vita eterna”. Rifacendosi ancora alle parole dell’apostolo Paolo, per il quale “Se anche siamo molti, formiamo un corpo solo”, padre Giovanni ha rimarcato che questo accade “non per una semplice solidarietà umana, ma per una solidarietà che nasce dalla comunione dell’unico corpo di Cristo”. Solo da questa consapevolezza può nascere “un atteggiamento di lode, di ringraziamento e di intercessione, affinché l’Eucaristia formi sempre di più quell’unico corpo unito tra i suoi membri e unito a Cristo”. E proprio perché l’Eucaristia non è un vago ricordo, “ci mette sempre in relazione con la persona di Gesù”.

Da qui l’annuncio dato all’intera assemblea: “Il prossimo anno pastorale, che inizierà a settembre, sarà
interamente dedicato a meditare la realtà dell’Eucaristia e tutte le felici conseguenze ed impegni che essa chiede a ciascuno di noi. Prepariamoci – è stato l’invito – a fare questo cammino insieme, accompagnati dalle parole ascoltate varie volte durante il tempo pasquale, ovvero il racconto dei discepoli di Emmaus: lo riconobbero dello spezzare il pane. Queste parole ci guideranno l’anno pastorale prossimo per il nostro cammino sinodale e di catechesi, per diventare sempre di più – ha concluso – quell’unico corpo, stretti all’unico Cristo”.

Subito dopo i riti di comunione, il Vescovo ha incensato il SS. Sacramento, che poi è stato portato in processione dal vescovo emerito Rodolfo, sotto all’elegante baldacchino portato quest’anno dai volontari del Cisom. La processione ha attraversato piazza Dante, via Ricasoli, piazza del Sale, porta Vecchia, via Ximenes, via Gramsci, Porta Corsica, piazza Gioberti, via Manin per rientrare in piazza Dante, dove  si è tenuto un breve momento di adorazione
pubblica, conclusa con la solenne benedizione eucaristica.

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