"Il mio è l'appello di un fratello che desidera fare la propria parte perché a Grosseto cresca vita buona in abbondanza"

Il vescovo Rodolfo scrive alla città e a chi si candida per governarla

In occasione della Festa dei giornalisti, il vescovo Rodolfo ha consegnato agli operatori della comunicazione locale una lettera aperta alla città di Grosseto e a chi si candida per governarla, con l’intento di dare il proprio contributo affinché vi sia un confronto alto sui temi attorno ai quali costruire il bene comune della città. Ecco il testo della lettera:

 

Da Vescovo ho a cuore il bene di questa città di Grosseto che mi è stata affidata come pastore.

Guardo con fiducia a ciò che di buono essa sa continuamente generare in termini di attenzione solidale, di cura per chi resta indietro, di innovazione, di intraprendenza e impegno.

Talvolta, però, il mio sguardo si fa preoccupato nel cogliere segnali di indebolimento del tessuto sociale. Di tanto in tanto percepisco affiorare un senso di diffusa insicurezza e diffidenza verso l’altro.

La nostra città è sempre di più una realtà complessa, con molte sfaccettature, attraversata pesantemente dalla crisi economica e sociale, che rischia seriamente di minare i fondamenti del vivere insieme, facendo crescere la tentazione dell’individualismo, dell’isolamento, della chiusura.

E’ per questo che è importante la politica, come strumento nobile per servire il bene comune. Questo è evocato da molti, ma è praticato con sempre più fatica, per la difficoltà di comporre in un quadro d’insieme elementi sempre più frammentati e rimediare a un sempre più evidente scollamento tra la politica e la gente.

Eppure di buona politica c’è sempre bisogno.

Ancor più oggi che stanno emergendo nuove e differenti forme di povertà e di fragilità. Attraverso la Caritas ne cogliamo la drammaticità, spesso impotenti nel dare risposte efficaci e risolutive (è il caso, ad esempio, di un nostro concittadino trovato morto nella sua auto, divenuta anche la sua casa…).

Grosseto tra pochi mesi sceglierà il suo nuovo sindaco. E’ un passaggio importante a cui guardo con grande rispetto, perché è il momento in cui una città si ricompone attorno ad una classe dirigente il più possibile diffusa e autorevole. E’ un’occasione importante offerta a tutti di scuotersi da un certo torpore pessimistico e vivere questo momento come ripresa di un impegno a prendere a cuore, a discutere, a interessarsi e partecipare come cittadini protagonisti ed elettori.

Con rispetto per questo passaggio politico ed istituzionale, mi permetto di lanciare, con umiltà e amicizia, un appello a tutti i candidati e alle forze politiche, perché questi mesi che ci separano dal voto amministrativo siano contrassegnati da passione civica, impegno, competizione sana e leale. Prevalga, dentro e al di là delle legittime aspettative di ognuno, davvero il bene di Grosseto e delle persone.

Per costruirlo occorre che tutti i candidati si impegnino a non “inquinare” il confronto politico con toni esasperati, col rischio di ridurre la competizione elettorale ad uno scontro, nel quale ognuno si senta legittimato ad alzare sempre di più i toni, ad esacerbare il dibattito, a superare inopportunamente i confini di una sana e necessaria dialettica, attraverso la quale i cittadini possano farsi un’idea di città e scegliere.

Il tessuto sociale è già talmente allentato, che chi fa politica – sempre, ma specialmente se si candida a governare la città – deve assumere su di sé un sovrappiù di etica pubblica e di responsabilità, con il primo obiettivo di essere con tutto se stesso il motore della riscostruzione del senso civico.

Mi sento di dire, con amicizia e fraternità verso tutti: evitate sentimenti, parole e stili che non aiutano alla costruzione del bene comune. E’ preferibile rischiare l’impopolarità pur di tenere alto il livello del confronto e del dialogo con i cittadini. Vi possono essere episodi di criminalità che generano timore e vanno considerati seriamente, ma non devono farci dimenticare quella dimensione solidale ed inclusiva nella quale Grosseto è sempre stata capace di esprimere il meglio di sé.

In questo, fare politica attiva può essere di grande aiuto se ci si impegna, da posizioni legittimamente di parte, a contribuire ad alzare lo sguardo oltre il contingente per offrire una prospettiva di futuro a giovani sfiduciati, ad adulti che hanno perduto il lavoro, ad anziani che sempre più di frequente vivono ai limiti, se non al di sotto, della soglia di povertà.

Invoco uno sguardo di premura sul bene della città, che viene prima e precede sempre il bene – pur anch’esso legittimo – della propria parte politica.

Vorrei che questo mio appello fosse colto e percepito come il contributo di un fratello contento di compiere un pezzo della propria avventura di uomo e di cristiano in questa terra, senza alcuna intenzione di interferire, ma col sincero proposito di fare la propria piccola, limitata parte, affinché nella nostra città cresca la vita buona e cresca in abbondanza.

+Rodolfo

 

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