E' il più antico testimone completo della Bibbia nella sua versione latina. Il rito di accoglienza sabato 19 ottobre alle 16.15

In cattedrale la copia anastatica del Codex Amiatinus. Ecco la sua storia

Nel 2018 Grosseto ebbe il privilegio di poter accogliere la fedele riproduzione della reliquia del Volto Santo, conservato a Manoppello. Quest’anno, sempre in occasione della “Settimana della Bellezza” dedicata a “la forza della parola”, sarà possibile ammirare la copia anastatica del Codex Amiatino, il più antico testimone completo della Bibbia nella sua versione latina.

Il Codex sarà accolto in cattedrale sabato 19 ottobre alle 16.15, all’interno di un breve rito, che precederà la lectio magistralis del monaco Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose.

Il Codex Fu trascritto a mano nei monasteri di Wearmouth e di Jarrow in Northumbria (Inghilterra nord-orientale), tra la fine del VII e gli inizi dell’VIII secolo, da almeno sette copisti, a partire da un volume che proveniva dal monastero di Vivarium in Calabria. Fu l’abate Ceolfrith, dei due monasteri inglesi, a farne eseguire tre copie. Le due copie rimaste in Inghilterra giungono ai nostri giorni in forma frammentaria, mentre la copia tornata in Italia è intatta. L’abate Ceolfrid oramai avanti con gli anni si incamminò in direzione di Roma portando con sé il tomo con l’intenzione di farne dono a papa Gregorio II. Ceolfrid morì durante il viaggio nell’odierna Borgogna e la Bibbia scomparve, per riapparire circa un secolo dopo nell’abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata, dove rimase custodita per quasi mille anni ed acquisì il nome di Codex Amiatinus. Nel 1786 il Codex Amiatinus fu trasferito presso la Biblioteca Medicea Laurenziana in Firenze, dove è conservato tutt’oggi.

Il codex è composto da 1029 carte membranacee, misura 540 x 335 millimetri e pesa circa 50 chili. Il suo straordinario interesse deriva da queste caratteristiche è dal fatto che è il più antico testimone completo della Bibbia nella sua versione latina.

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