Per decenni a servizio dei malati nell'ospedale civico e tra le bambine orfane accolte al San Lorenzo. Erano tornate nel '99 curando la chiesa della Medaglia Miracolosa

Le Figlie della Carità hanno lasciato Grosseto. Giunsero in città la prima volta nel 1877

“La Chiesa di Grosseto saluta con gratitudine, affetto e stima le Figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli, che purtroppo lasciano la nostra città per una necessità di ridimensionamento delle presenze della congregazione religiosa. Tuttavia il bene da loro seminato resterà nella memoria di tanti”. Così il vescovo Rodolfo annuncia il ritiro delle religiose, che prestavano il loro servizio presso la cappella della Medaglia Miracolosa.

Quella delle Vincenziane è stata una presenza lunga e feconda a Grosseto, dove giunsero nel 1877, chiamate a prestare servizio ai degenti dell’ospedale civico. La prima comunità fu formata da 5 suore, una delle quali –suor Agnese – si spese per i malati della Maremma per ben 52 anni, compreso il difficilissimo periodo della prima guerra mondiale. Fu lei, terminato il primo conflitto, a darsi da fare perché nell’ospedale ricostruito fosse realizzata anche la cappella. Dal 1895 le suore furono coadiuvate nell’assistenza ai malati da un gruppo di signore grossetane che si costituirono in Società di dame della carità. Si spalancarono, così, le porte per un’altra opera sociale che resterà come un segno fortissimo in tutti i grossetani: l’orfanotrofio per l’accoglienza di bambine senza più i genitori o addirittura abbandonate, ancora in fasce, sulla porta della casa delle suore. L’orfanotrofio fu fondato nel 1896 da mons. Emilio Chiarini, Proposto della Cattedrale. Originariamente in via san Martino, poi, nel 1904 fu posta la prima pietra del nuovo edificio in viale Pisani (oggi via Matteotti). La struttura, tutt’ora esistente, nel 2004 è stata riaperta dopo un’imponente opera di restauro e convertita in “Casa san Lorenzo” per l’accoglienza, in piccoli appartamenti autonomi, di persone anziane, grazie allo straordinario lavoro portato avanti dall’associazione san Lorenzo.

Attorno all’orfanotrofio, in quei primi anni del ‘900 nacquero poi un asilo, un laboratorio di ricamo e cucito attivo ancora oggi, l’associazione delle consorelle della carità e le Figlie di Maria, giovani consacrate laiche, che trovarono nelle suore Vincenziane appoggio e consiglio e nei Padri della Missione, ancora oggi presenti a Grosseto nella parrocchia del Sacro Cuore, una solida guida spirituale. Nel 1923 sorse sull’attuale via Roma anche il padiglione Madonnina del Grappa (successivamente trasformato in cinema) per la formazione culturale delle ragazzine di Grosseto e nel 1936 la chiesa della Medaglia Miracolosa.

Tutto questo fino al 1986, quando – di fronte ad un mutato contesto sociale – vennero meno molte delle attività che vedevano le suore impegnate in prima persona. L’Istituto venne chiuso e le religiose ritirate da Grosseto, mentre l’asilo e il doposcuola vennero portati avanti per diversi anni da un gruppo di laiche molto vicine alle Vincenziane e che ebbero nella compianta Lia Benesperi un solido punto di riferimento.

L’addio delle Vincenziane a Grosseto fu, tuttavia, breve, perché nel 1999 le religiose ritornarono per continuare quella presenza che tanto bene aveva seminato nella città. In questi diciotto anni la comunità delle Figlie della Carità si è dedicata in modo particolare alla cura della chiesa della Medaglia Miracolosa, all’animazione di momenti di preghiera, al catechismo nella parrocchia del Sacro Cuore.

“Oggi purtroppo dobbiamo dire di nuovo addio alle nostre suore – commenta Maria Bruna Santarelli, presidente dell’associazione Istituto san Lorenzo, che si occupa della gestione della casa di via Matteotti e della chiesa della Medaglia Miracolosa – Il calo di vocazioni e quindi la conseguente difficoltà del ricambio, non consentono più alla Congregazione di mantenere tutte le presenze che avevano. La nostra gratitudine verso tutte le suore che tanti anni si sono succedute e grande, perché hanno seminato tanto bene a Grosseto, come testimoniano le opere che restano e che come Associazione continueremo con impegno a curare. In particolare – spiega Maria Bruna Santarelli – la chiesa della Medaglia Miracolosa, cara a moltissimi grossetani, continuerà ad essere aperta e fruibile. Continuerà la Messa festiva delle 10, mentre attraverso volontari laici ci impegneremo a farla vivere durante tutto l’anno, perché resti un luogo di preghiera comunitaria e di devozione mariana. Così come continuerà la scuola di ricamo intitolata a suor Vincenza: il corso di quest’anno è già ripreso”.

condividi su