Tra i relatori Mazzocchi, Bormolini e un cappellano del cimitero

Nella parrocchia del Cottolengo “Cott…obre in forma”, percorso in cinque incontri sul valore della sofferenza e della morte

“Cott…obre in forma”. Giocando un po’ con le parole, la parrocchia del Cottolengo si appresta a vivere un cammino formativo in cinque incontri dedicato al valore della sofferenza e della morte. Un tema, questo, che la Diocesi era stata invitata ad approfondire circa un anno fa quando il vescovo Rodolfo diffuse una lettera che prendeva le mosse da una riflessione maturata nel periodo difficile della pandemia da covid.

Ora la comunità di via Scansanese ha pensato di dedicarci un vero e proprio percorso, che partirà il 13 ottobre con Bruno Mazzocchi, medico a riposo, già responsabile del reparto di leniterapia all’ospedale Misericordia, che tratterà il tema: «La cura del dolore, il dolore che cura». La settimana successiva, il 20 ottobre, don Francisco Iniguez Padilla, vice parroco a Castiglione della Pescaia, e Monica Moretti porteranno la loro testimonianza su «Quando la morte non è l’unica parola». Il 27 ottobre sarà la volta di padre Guidalberto Bormolini, dei ricostruttori nella preghiera, scrittore e tanatologo che da anni si occupa di educare a vedere la morte con altro sguardo, tenendo conferenze, corsi e seminari nelle principali città italiane. Padre Bormolini si soffermerà su «Abbattere il tabù della morte. Uno sguardo nuovo sulla morte e sulla vita». Il 3 novembre la parrocchia si ritroverà al cimitero di Sterpeto per un momento di preghiera comunitaria nell’ottavario dei defunti, mentre il 10 novembre il percorso si concluderà con l’incontro con un cappellano cimiteriale che offrirà la sua riflessione su «La sepoltura dei morti: un’opera di misericordia corporale».

L’iniziativa è una proposta che la comunità del Cottolengo ha già sperimentato a partire dallo scorso anno, quando nel mese di novembre promosse incontri dedicati all’approfondimento del nuovo Messale e che vorrebbe far diventare un momento fisso, negli anni, per aprire l’anno pastorale con un tempo di accurata riflessione su un tema. Quest’anno, appunto, la tematica

è quella della malattia e della morte, da rieducarsi a guardare nell’ottica della fede.

condividi su