Cattedrale gremita per le liturgie della notte e del giorno di Natale. Festa familiare sul sagrato per lo scambio di auguri. In Caritas pranzo natalizio per 55 poveri

“Non siamo soli: Colui che è onnipotente si è fatto bambino esponendosi al buio, al male, all’oscurità ma le tenebre non l’hanno avuta vinta”

In un clima di famiglia e di festa spontanea, su un sagrato e una piazza gremita di persone, anche quest’anno, nel giorno di Natale, si è rinnovata la consuetudine dello scambio di auguri del vescovo Rodolfo con la gente. Dai bambini agli adulti, in tanti hanno voluto fare gli auguri a mons. Cetoloni, compreso un nutrito gruppo di turisti provenienti dalla Sicilia.

Sul sagrato, assieme col Vescovo, anche Babbo Natale: insieme hanno lanciato caramelle colorate come augurio ed auspicio di sentire il sussulto della presenza di Dio nella vita di ognuno.
Si sono concluse così le celebrazioni liturgiche in Cattedrale per il Natale.

La notte del 24 dicembre il vescovo Rodolfo ha presieduto la solenne Eucaristia della Notte, animata dal canto della corale Puccini e preceduta dalla veglia; il giorno di Natale alle 11 il pontificale, con il canto della corale della Cattedrale diretta da Luca Bernazzani, responsabile musica sacra dell’ufficio liturgico diocesano. Poi, come da consuetudine, il Vescovo, insieme ai sacerdoti concelebranti e ai seminaristi che hanno svolto il servizio liturgico, attraverso la navata centrale ha raggiunto il sagrato per salutare quanti erano in piazza Duomo.

Davvero gremite entrambe le Messe, con la Cattedrale nella quale è stato realizzato il presepe nella cappella del Crocifisso, mentre al lato dell’altare è stata collocata una bellissima Santa Famiglia, che il presule ha incensato.
Nella sua omelia il vescovo Rodolfo ha sottolineato il valore dei gesti e dei segni che caratterizzano la liturgia: dal canto, alla benedizione che egli ha impartito sui fedeli con l’Evangeliario al termine della proclamazione del prologo di san Giovanni: “Tutto questo ci aiuta a comprendere che dobbiamo vivere con gioia – ha esortato – perché Cristo è venuto dentro la nostra vita, con tutto quello che essa contiene: bellezza e fatiche, desideri, gioie, con i timori e i tremori che non abbandonano il mondo. Ma Natale ci conferma nella consapevolezza che il bene già c’è ed è fondamento su cui nasce il grande Bene per tutta l’umanità e, nella misura in cui lo accogliamo, anche dentro ciascuno di noi. Non siamo soli – ha proseguito mons. Cetoloni – perché Colui che è da sempre si è fatto carne, Colui che è forte si è fatto debole, Colui che è onnipotente si è fatto bambino e Gesù non si è sottratto alle tenebre, perché Egli si espone al buio, al male, all’oscurità ma le tenebre non l’hanno avuta vinta, non l’hanno vinta! La storia di Gesù non è solo nascere tra noi, ma è anche vincere – come uomo – perfino la morte. E’ il fondamento della festa, della gioia, della speranza perché non siamo soli, perché Dio si è abbassato ad essere povero come noi, ma lo ha fatto portando dentro di sé la forza di vincere perfino la morte. Seppure resta sempre il dramma della convivenza tra il bene che c’è e il male, refrattario, spesso anche dentro di noi, a lasciarsi vincere da Gesù. La fede, allora, non è un’abitudine, una tradizione, ma è far vibrare e cantare la nostra esistenza perché abitata da Cristo, che ci rende capaci di esprimere di più e meglio la nostra umanità. Il Signore è capace di farci continuamente ricominciare! Da questa consapevolezza sentiamoci tutti confermati a fare il bene, a vederlo, a dircelo!”

Poi un aneddoto personale: “Ricordo da piccolo che a Natale ci insegnavano a chiedere scusa e a ricevere le scuse di chi magari ci aveva fatto qualche piccolo torto. Torniamo ad avere fiducia nel perdono dato e ricevuto, nella possibilità che tutti abbiamo di ricominciare e di essere migliori!”

Anche in Caritas è stato un giorno particolare: la mensa ha accolto 55 poveri per il pranzo di Natale. La sala, addobbata a festa, i tavoli apparecchiati, con il messaggio di auguri del Vescovo ed un bigliettino di auguri per ciascun ospite preparato dagli alunni della scuola primaria di via Einaudi e i volontari a lavoro per offrire un momento di intimità, di calore, di fraternità e servire un buon pranzo, offerto da un anonimo benefattore.

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