Feste quinquennali della Madonna delle Grazie

Offerto l’olio per la lampada votiva. Il Vescovo: “La Madre di Gesù, la Madre della divina grazia, diventa per noi la Madre delle grazie”

Il 4 maggio Messa solenne in cattedrale. L'olio offerto dalla Parrocchia del Sacro Cuore

Sabato 4 maggio, vigilia della Festa della Madonna delle Grazie, nella Messa prefestiva delle ore 18 in Cattedrale, si è rinnovato il gesto dell’offerta dell’olio per alimentare la lampada votiva che arde costantemente dinanzi all’icona della Vergine, compatrona della Città e della Diocesi di Grosseto.

Quest’anno ad offrire l’olio è stata la comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Grosseto.

Ha presieduto l’Eucaristia, in diretta su Tv9, il vescovo Giovanni, di cui riportiamo l’omelia

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Fratelli e sorelle,

ci avviciniamo alla seconda tappa del cammino pasquale, cioè la solennità dell’Ascensione, domenica prossima, che poi ci introdurrà come immediata preparazione alla solennità di Pentecoste. E in questa solennità, in questo cammino verso questi appuntamenti pasquali, vogliamo accogliere l’invito della nostra Chiesa locale, della nostra Diocesi, a prestare attenzione orante e riconoscente al gruppo degli apostoli riuniti in preghiera intorno a Maria.

«Erano tutti perseveranti e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne, e a Maria, la Madre di Gesù, e ai fratelli di lui».

Gli Atti degli Apostoli si aprono con questa scena, con questa bella visione della Madonna intorno alla quale si radunano gli apostoli e i primi credenti. Con la Parola di Dio, dunque, noi possiamo ben celebrare questa festa mariana, che non è qualcosa che si aggiunge al cammino
pasquale, qualcosa che viene da fuori, ma che è in intima natura con la liturgia pasquale.
Non possiamo celebrare Pasqua senza volgere lo sguardo alla Madonna, perché così hanno fatto gli apostoli, così hanno fatto quelle donne intorno a lei, così hanno fatto i primi credenti. E così vogliamo fare stasera anche noi, dinanzi a questa bellissima immagine che è tornata a casa sua dopo tre anni, mi pare di ricordare: tanto è durato il cammino di restauro, però ne valeva la pena. E guardate quant’è bella! Ma
non è soltanto l’aspetto, chiamiamolo così, estetico molto interessante; quell’immagine è una catechesi! D’altra parte le immagini nelle chiese non hanno soltanto uno scopo o non hanno principalmente uno scopo artistico; hanno lo scopo di dare un messaggio.

Noi chiamiamo Maria Madre delle grazie. Ecco, vorrei esortarvi insieme con me a riflettere su questo titolo, che non riguarda prima di tutto dei benefici spirituali e anche materiali ottenuti per l’intercessione di Maria. Noi parliamo di un significato più profondo, biblico della parola grazia. Allora possiamo farci questa domanda, fratelli e sorelle: non che cos’è la grazia, ma chi è la grazia di Dio? La risposta viene dalle pagine del Nuovo Testamento: Gesù viene presentato come la grazia di Dio.
Questa grazia non è un concetto astratto, una teoria teologica, ma è un evento, una persona, un evento concreto per tutti noi.
Ce lo ricorda l’apostolo Paolo in tutto il Nuovo Testamento, ma soltanto per fare una citazione: «Il dono di grazia – dice nella lettera ai Romani – non è come la caduta. Se infatti, per la caduta di uno solo tutti morirono (il peccato originale), molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti».

E quella aspersione con cui è iniziata la Messa, l’acqua battesimale, è la grazia di Dio per noi. Accogliamo con gioia, allora, l’invito della Lettera agli Ebrei:
«Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno».

Allora Gesù è la grazia di Dio. E il popolo cristiano, la fede e la pietà del popolo cristiano, ha capito benissimo questo. Ricordate cosa diciamo
nelle cosiddette litanie lauretana? Mater divinae gratiae, al singolare: Madre della grazia divina. E proprio perché è la Madre della grazia divina, Maria diventa per noi la madre delle grazie.

Non è un gioco di parole: è la fede cristiana che si esprime così: dalla maternità del Signore Gesù deriva, per volontà stessa di Gesù, la maternità di Maria verso di noi. La Madre di Gesù, la Madre della divina grazia, diventa per noi la Madre delle grazie.
Penso che abbiamo tutti davanti il passo del vangelo di Giovanni in cui si dice: «Stavano presso la croce di Gesù, sua Madre, la sorella di sua madre, Maria di Crema e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre lì accanto a lei, il discepolo che ti amava, disse alla donna: “Donna, Ecco tuo figlio!” Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre”. E da quell’ora il discepolo la prese con sé».

Chissà quante volte abbiamo letto queste parole, quante volte abbiamo sentito leggere e conosciamo anche la interpretazione che la costante
tradizione cristiana ha fatto di questo momento. In queste parole, la Chiesa di tutti i tempi si è sentita interpretata e quindi anche noi stasera. Per il suo Ministero noi la invochiamo Madre delle Grazie, cioè madre di quella intercessione che la unisce in modo tutto particolare all’opera redentrice del Figlio, poiché – insegna la Chiesa – per questo ella è diventata per noi Madre, nell’ordine della grazia (Lumen Gentium 61).

Anche a livello iconografico conosciamo bene due tipologie molto chiare con cui nei secoli la Madonna è rappresentata: o è la madre con il bambino tra le braccia o, come nella nostra icona, è la madre glorificata, l’Assunta, che è ricevuta in Paradiso dal suo Figlio e dall’Eterno Padre. Tutti quegli angeli che ha intorno vogliono dare questo messaggio. Costituisce, dunque, la Madre di Gesù, l’immagine, l’inizio della Chiesa, che dovrà avere il suo compimento nell’età futura. E così sulla Chiesa «brilla ormai, insieme al popolo di Dio, quale segno di sicura
speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore». (Lumen Gentium)

«Segno di sicura speranza». E quale speranza e consolazione noi stasera vogliamo chiedere alla Madre delle grazie?

Chiediamo, fratelli e sorelle, il dono della pace in questo mondo così tormentato. Chiediamo che non venga meno la nostra speranza. Chiediamo che non venga meno la nostra capacità di credere nel dono della pace portata da Cristo. La pace con Dio prima di tutto, la pace con la nostra coscienza, la pace fra di noi. Chiediamo alla Madonna che queste non siano solo delle belle intenzioni, delle belle parole, ma che trovino in noi il desiderio profondo di un impegno umano e cristiano.
Chiediamo di saper vincere la tentazione di rinchiuderci in noi stessi, di non voler vedere, di girare lo sguardo altrove, come si dice. Chiediamo di poter gustare la beatitudine: beati i costruttori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. E noi la invochiamo Regina della Pace.

Ricordiamo allora, come cammino concreto il 50º anniversario della fondazione della Caritas diocesana. Ed ecco allora una concreta occasione di costruire la pace. Partecipare con la preghiera e con le opere alla Caritas parrocchiale e diocesana è certamente un modo
concreto di costruire la pace. Sarà una piccola goccia, ma io posso fare questo e lo voglio fare. E anche un modo concreto, fratelli e sorelle, di onorare la Madonna, la nostra Madonna delle Grazie, mettendo in pratica le sue parole alle nozze di Cana: «fate quello che Egli vi dirà». E noi sappiamo quello che ci ha detto! Impariamolo ancora dal Vangelo! Parliamone fra noi! Aiutiamoci a capire sempre meglio le sue parole, i suoi esempi, la sua volontà! La nostra festa avrà, allora, un prosieguo molto bello e molto intimo e ci costruirà ancora una volta come figli suoi, discepoli di nostro Signore Gesù Cristo. Amen. (da registrazione)

+Giovanni

Guarda il video-racconto della celebrazione:

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