Sono state almeno 150 le persone che, sabato 23 maggio, hanno preso parte alle solenne veglia di Pentecoste in Cattedrale. Anche la diocesi di Grosseto ha pregato in comunione con papa Francesco e con tutta la Chiesa per i cristiani martiri nostri contemporanei.
La serata ha avuto inizio sulla soglia del grande portale centrale del Duomo, dove su un braciere zampillava il fuoco da cui il vescovo Rodolfo ha acceso un grosso cero e l’assemblea le candele per poi entrare processionalmente all’interno della Cattedrale cantando le litanie allo Spirito Santo.
Ognuno ha deposto la propria candela accesa in un grande recipiente con la sabbia, creando un’illuminazione suggestiva, capace di essere segno di quel fuoco con cui a Pentecoste il Signore volle manifestare il suo spirito. Successivamente sono stati accesi anche sette candelabri poste sull’altar maggiore, simbolo delle sette lampade che ardono davanti al trono di Dio, delle lingue di fuoco della Pentecoste e del settiforme Spirito consolatore.
Il secondo momento della veglia è stato scandito dal segno dell’acqua con cui tutta l’assemblea è stata aspersa per ravvivare in ognuno la grazia del Battesimo. Quindi la liturgia della Parola.
Nella sua riflessione, il vescovo Rodolfo ha richiamato il senso del vegliare nella notte, richiamo del «buio che attraversa il cuore degli uomini e che quest’anno prende il nome ed il colore delle persecuzioni, specialmente di quelle contro i cristiani». Ma la notte indica anche «il buio che accerchia il cuore degli uomini», dentro al quale, però, si staglia potente la luce del Consolatore e la promessa di Gesù: «Io rimango con voi». Il vescovo, richiamandosi ai segni del fuoco e dell’acqua, ha chiesto a tutti di vegliare «col desiderio di limpidezza, di purificazione per noi e per le nostre realtà». E ha ricordato mons. Oscar Romero, che poche ore prima era stato beatificato al Salvador.
La veglia è proseguita col ricordo della Confermazione e il rinnovo delle promesse battesimali e con le invocazioni per i fratelli perseguitati. Ad ogni preghiera dei grani di incenso sono stati gettati sul braciere dinanzi al crocifisso.
Il momento di preghiera si è concluso con la benedizione solenne e col saluto alla Vergine del Cenacolo.
Leggi l’omelia del vescovo Rodolfo