Il 26 gennaio incontro col Vescovo in Episcopio per un momento di scambio e di preghiera. Il 2 febbraio Messa in Cattedrale per la festa della Presentazione di Gesù

Vita consacrata: due incontri dei religiosi e delle religiose per la loro giornata

Siamo abituati a vederli nelle parrocchie, in ospedale, nelle scuole, con i loro abiti che spesso ne connotano l’appartenenza. Sono i religiosi (frati, monaci, suore, consacrati) presenti nella nostra Diocesi per prestare un servizio che prima di tutto è di testimonianza di un carisma, il segno di un modo specifico di donarsi a Dio ed essere riflesso della sua bontà.

Il 2 febbraio, festa della presentazione di Gesù, si celebra la Giornata mondiale della vita consacrata.

In Diocesi sono due i momenti organizzati da p. Paolo Fantaccini, vicario episcopale per i religiosi e le religiose: giovedì 26 gennaio e giovedì 2 febbraio. Il 26 gennaio, alle 18, il vescovo Rodolfo accoglierà i religiosi e le religiose in Episcopio per un tempo di riflessone, scambio, condivisione che si concluderà con la preghiera dei Vespri.

“Era nostro desiderio – spiega p. Paolo Fantaccini – che all’inizio del nuovo anno ci fosse la parola del pastore. Convocare tutti i religiosi nella casa del Vescovo è un gesto bello di intimità per noi consacrati che viviamo in questa realtà diocesana, ciascuno nel suo specifico servizio. E’ bello ricevere una parola che ci faccia riconoscere come consacrati a servizio della nostra Diocesi”.

Il 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù, le comunità religiose maschili e femminili alle 18 saranno in Cattedrale per partecipare alla Messa presieduta dal Vescovo e al rito della Candelora.

“Mi sembra che ancora oggi, nel terzo millennio, la vita consacrata abbia un valore enorme anche se negli istituti e ordini religiosi assistiamo ad una forte diminuzione nel numero e negli ingressi – commenta p. Fantaccini – E’ il valore e il richiamo da dare a questa società: che senso ha dare la vita? Si può ancora dare la vita? Io penso che un consacrato, una consacrata siano proprio questa profezia: non c’è amore più grande che dare la vita. Una profezia che passa attraverso l’umana fragilità di noi religiosi, i ridimensionamenti, l’età media che avanza, ma sono convinto che  ancora oggi il Signore si serva di coloro che hanno scelto di donarsi totalmente per essere un fermento in un contesto in cui non siamo più capaci di dare una ragione, un senso per cui valga la pena dare la vita. Il nostro compito è essere un monito, che possa aiutare a scoprire la religiosità della vita”.

“Noi consacrati e consacrate della diocesi di Grosseto, provenienti da diversi istituti religiosi, siamo invitati a riscoprire il dono che ci è fatto per metterlo a servizio di questa Chiesa. Penso che questo sia anche il pensiero e l’augurio più bello che il Vescovo ci vorrà trasmettere”, aggiunge ancora p. Paolo.

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